Sono 21 le etichette siciliane premiate con il massimo riconoscimento dei Tre bicchieri dal “Gambero rosso”.
I riconoscimenti sono stati attribuiti all’interno della storica guida enogastronomica “Vini d’Italia 2017”,vademecum per gli amanti del buon bere tra i più famosi a livello nazionale ed internazionale.
Tra le motivazioni che avvalorano il prestigioso riconoscimento alle etichette sicule e la crescita qualitativa dell’enologia siciliana sono da annoverare la varietà del territorio, suddiviso in macroaree che producono ottime uve con caratteristiche peculiari e ben definite.In questa splendida regione inoltre,sono migliaia le cantine che si dedicano alla ricerca continua e alla produzione di vini che siano connubio di tradizione ed innovazione.
Spiccano tra le aree produttive della regione la zona dell’Etna,unica nel suo genere, dalla straordinaria vocazione, dove ogni anno nascono nuove aziende e vedono la luce nuove etichette. All’Etna vanno ben 6 Tre Bicchieri, di cui due sono debuttanti: l’elegante Alta Mora ’14 di Cusumano e il raffinato Buonora ’15 di Tasca d’Almerita.
Altra denominazione emergente è il comprensorio di Faro, nel messinese, con la riconferma dei due Tre Bicchieri dell’anno scorso, e l’emergere dell’eccellente Faro ’14 di Bonavita, a un passo dal massimo alloro ottenuto tra l’altro in un contesto difficile visto che Faro è una piccola denominazione sul punto di sparire fino a qualche anno fa.
Il Sud Est, l’area che conta al suo interno anche il vasto territorio del Cerasuolo di Vittoria, rafforza il suo già notevole peso portando a 6 il numero dei vini premiati, con 2 sorprendenti Nero d’Avola, il Sosta Tre Santi ’10 di Nicosia e il tradizionale Saro ’13 di Rudinì, le new entry di quest’anno.
La Sicilia occidentale non sfigura con i suoi 7 Tre Bicchieri, tra i quali debuttano l’elegante Shymer ’13 di Baglio di Pianetto, dell’entroterra palermitano e il Favinia La Muciara ’15 di Firriato, un perfetto connubio di catarratto, grillo e zibibbo della recente tenuta di Favignana,isola dell’Arcipelago delle Egadi nella quale dopo oltre un secolo è ritornata finalmente la vite.
La Sicilia dunque si conferma come regione sempre più centrale nel panorama produttivo enologico italiano, dove i nomi classici si confermano e consolidano le posizioni conquistate e le nuove etichette conquistano gli intenditori con la loro eleganza e varietà.