Il cadavere di un uomo è stato ritrovato nella notte, all’interno di un’auto, in via Cupa San Michele, nel quartiere Ponticelli.
Agosto si chiude, così, nel segno della camorra in uno dei quartieri più critici della periferia orientale.
La criminalità organizzata torna a rimarcare la sua presenza, dopo più di due mesi di calma apparente dall’agguato consumatosi nel Lotto O di Ponticelli, costato la vita al reggente del clan dei Barbudos, Raffaele Cepparulo, reale bersaglio dell’agguato e al 19enne Ciro Colonna, vittima innocente della criminalità.
L’uomo, rinvenuto cadavere stanotte, è Flavio Salzano, 29 anni compiuti lo scorso 28 luglio, ucciso da quattro colpi di pistola calibro 9X21 alla testa. Un’autentica esecuzione di inequivocabile matrice camorristica.
La Polizia Scientifica lo ha trovato riverso al posto di guida di una Ford C-Max, risultata poi rubata a giugno a un cittadino cinese residente nel Vesuviano.
In via Cupa San Michele, luogo dell’agguato, al confine con il comune di San Giorgio a Cremano, sono stati rinvenuti 5 bossoli. C’era scritto anche il nome di Salzano nell’elenco delle persone per le quali, lo scorso 21 giugno, sono scattate le manette nell’ambito della maxi-operazione, volta a sgominare le piazze di spaccio nel Rione Conocal di Ponticelli. Da allora, Salzano era un latitante. La sua fuga, però, è terminata stanotte. La vettura in cui è stato rinvenuto il cadavere è stata sequestrata e il pm di turno ha disposto l’autopsia sulla salma che è stata trasportata all’Istituto di medicina legale del secondo Policlinico. All’identità della vittima, la polizia è risalita attraverso le impronte digitali; nelle tasche dell’uomo infatti vi era una patente di guida, ma le generalità indicate nel documento erano false.
Salzano era affiliato al clan D’Amico quando i carabinieri e la Dda monitoravano le attività nel Rione Conocal. E così, per i traffici di droga in combutta con esponenti di spicco dei “Frauella” di Ponticelli, Flavio Salzano, latitante dallo scorso 21 giugno, si era messo nei guai. Si era, però, allontanato dai vecchi soci di camorra ed era stimato essere vicino ai De Micco; quindi la sua scomparsa dal territorio ha privato il clan di “Bodo” di un potenziale ras emergente.
Di Salzano hanno parlato anche i pentiti che hanno contribuito all’inchiesta, culminata lo scorso 21 giugno nell’emissione di ben 89 ordinanze di custodia cautelare. Viene descritto come vicino ai vertici del clan D’Amico tra il 2014 e il 2015: Giacomo D’Amico e Salvatore Ercolani detto “Chernobill”, marito di Annunziata D’Amico.
“La specialità” di Salzano era il traffico di droga, reato per il quale era indagato.
Una esecuzione, con almeno due colpi di pistola sparati alla testa. Così, è stato ucciso a Ponticelli, in via Cupa San Michele, Flavio Salzano, classe ’87, latitante, uomo dei De Micco. A trovare il corpo, gli agenti della Polizia di Stato, allertati da una telefonata.
Sul caso indagano gli investigatori del commissariato di polizia di Ponticelli. Ai poliziotti spetterà cercare di ricostruire la dinamica dell’agguato, nonché il movente che ha portato alla morte del 29enne.
Al momento si ipotizza l’ennesimo regolamento di conti tra i D’Amico e i De Micco.
Il clan di Fraulella di certo non avrà gradito il tradimento di Salzano, “giratosi” per passare dalla parte del clan di Bodo, ovvero, il clan De Micco che, allo stato attuale, forte del maxi-blitz che ha indebolito e non poco il clan D’Amico, sembra destinato a prendere il sopravvento.