Mafia: Sono stati sciolti, su proposta del Ministro dell’Interno Angiolino Alfano, i seguenti comuni: Corleone, in provincia di Palermo, Tropea, in provincia di Vibo Valentia, Bovalino, in provincia di Reggio Calabria, ed Arzano, in provincia di Napoli.
Una misura che riapre lo storico dibattito sul rapporto che lega l’etica alla politica. Tra i Comuni sopra citati, spicca quello di Corleone, conosciuto (purtroppo) perché strettamente legato a due dei più importanti boss di Cosa Nostra: Totò Riina e Bernardo Provenzano.
Il ministro Alfano, già a gennaio, aveva dichiarato l’accesso agli atti del comune in provincia di Palermo per alcuni appalti relativi alla costruzione polivalente di un campo sportivo. La Procura di Palermo arrestò Antonio Di Marco, custode del campo sportivo, intercettando alcune telefonate dove sosteneva di poter fare pressioni per pilotare i lavori.
Fu proprio il sindaco di Corleone, Leoluchina Savona, a denunciare il ritorno nel paese di Corleone di alcuni esponenti legati ai clan. Nel fascicolo della magistratura compare anche un incontro con alcuni esponenti, ma, come specificato dalla procura di Palermo, la Savona non aveva nessuna consapevolezza del ruolo degli uomini incontrati per una richiesta di affitto di uno stabilimento caseario di proprietà del comune.
“Quello che è successo a me potrebbe capitare a chiunque – ha spiegato -. Quando le persone si presentano hanno il certificato antimafia in mano, tra l’altro io li ho ricevuti al Palazzo di Città e al caseificio, che ho fatto visitare negli anni a migliaia di persone quando ero consigliere comunale. Sono venuti dal Piemonte, dalla Lombardia, dalla Sardegna, dalla Danimarca”.
E ancora: “Il nome che questa città si porta dietro è pesante di per sé. C’è stato un accanimento politico molto potente nei miei confronti. Le persone oneste sono scomode. Non si è fatto in passato uno scioglimento per mafia, non lo si è fatto neanche ai tempi di Ciancimino e si è fatto ora che c’è una persona onesta”
Mentre, per quanto riguarda il comune di Tropea, il provvedimento che ha portato allo scioglimento comunale era già stato disposto il 22 Ottobre 2015, su proposta del Prefetto di Vibo Valentia.