APE, ricongiunzioni gratuite, bonus per lavoratori precoci e usurati: sono queste in estrema sintesi le novità in arrivo con la legge di stabilità 2017, a cui il Governo metterà mano dopo la pausa estiva. Dopo una serie di incontri con i sindacati, i tecnici di palazzo Chigi stanno mettendo a punto un piano che permetta l’uscita anticipata delle classi 1951-52-53, che avvicini alla tanto desiderata pensione anche coloro che svolgono lavori particolarmente usuranti e chi ha iniziato a lavorare prima della maggior età. Ma nel pacchetto-pensioni dovrebbero trovare posto anche degli interventi per chi è già in pensione, ma vive con l’assegno minimo. Vediamo meglio quali sono le misure allo studio del Governo.
Pensione anticipata: come funziona l’APE
L’APE è quello strumento inventato dal Governo Renzi che permette la pensione anticipata tramite un prestito bancario da rimborsare con il raggiungimento dell’età per la pensione. L’ultima versione dell’APE discussa tra Governo e sindacati prevede la possibilità di andare in pensione anticipata fino a tre anni e sette mesi prima, rispetto agli attuali requisiti di vecchiaia stabiliti della riforma delle pensioni Fornero. In questo modo, a partire dal gennaio 2017 potrà avere accesso alla pensione chi avrà compiuto 63 anni con almeno 20 anni di contributi versati. Il Governo stima che così facendo, la nuova legge potrebbe permettere a circa 150mila lavoratori all’anno di andare in pensione, circa 350mila nel primo triennio. Il costo statale dell’APE sarebbe abbastanza contenuto, intorno ai 600 milioni di euro, perché lo Stato interverrà soltanto per la pensione anticipata dei disoccupati di lungo corso o per coloro che hanno un reddito molto basso. Per coloro che scelgono la pensione anticipata autonomamente dovranno accollarsi il costo dell’operazione e il costo per chi andrà in pensione anticipata per volere dell’azienda sarà a carico di quest’ultima.
Ricongiunzioni gratuite
Nel corso degli ultimi tavoli Governo-sindacati sono emersi altri capitoli legati alla pensione su cui intervenire. Tra questi è stato messo sul tavolo il tema delle ricongiunzioni gratuite dei versamenti effettuati in gestioni diverse per accedere anche alla pensione anticipata, rincongiuzioni che ad oggi possono costare decine di migliaia di euro. Per questo intervento, Governo e sindacati stimano una platea di circa 70mila pensionati all’anno per un costo di 380 milioni nei primi 10 anni.
Pensione anticipata per i lavoratori precoci e usurati
Centrale anche il problema dei lavoratori che svolgono lavori usuranti e i precoci, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni. Per queste due categorie di lavoratori sarebbero previste forme di bonus e incentivi alla pensione. Per i lavoratori usurati l’ipotesi è quella di cancellare l’attuale requisito dell’ultimo anno di lavoro faticoso prima del ritiro anticipato per coloro che hanno totalizzato 7 anni di impiego pesante negli ultimi dieci. Ma su questo fronte, sul tavolo c’è anche l’ipotesi di allargare la categoria dei lavori usuranti inserendo nuovi lavori come gli operai dell’edilizia e gli infermieri.
Per quanto riguarda i lavoratori precoci, il Governo stima una platea di 60mila beneficiari l’anno che potrebbero godere del bonus di contribuzione figurativa extra di 4 o 6 mesi per ogni anno di lavoro prima dei 18 anni. L’ipotesi, però, mira a contenere la platea riconoscendo come precoci solo coloro che hanno 52 o 104 settimane di contributi in età minorile.
Misure per le pensioni minime
Nel pacchetto pensioni, infine, dovrebbero entrare anche interventi per coloro che sono già in pensione, ma con l’assegno minimo. Su questo fronte le ipotesi in campo sono tre: aumento della 14esima mensilità; ampliamento della platea degli attuali beneficiari portando a 12-13 mila euro l’anno il tetto del reddito per poter ricevere l’assegno aggiuntivo; aumento della no tax area.
Nodo risorse per il pacchetto pensioni
Resta ancora da capire questo pacchetto pensioni quanto costerà alle casse dello Stato e soprattutto se, considerati gli stretti margini di manovra, se possiamo permetterci tutte le misure sul tavolo. Negli ultimi giorni il Governo ha fatto sapere che per finanziare l’intero pacchetto pensioni verranno stanziati 1,5 miliardi di euro. Ma il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, ha dichiarato che la cifra giusta per tutti gli interventi sul tavolo si aggira intorno ai 2,5 miliardi. Il nodo risorse sarà sciolto in vista della legge di stabilità, quando il Governo avrà deciso definitivamente quali misure inserire nella manovra e quindi quante risorse poter dirottare sul pacchetto pensioni.