Pokemon Go è una vera e propria mania, più di una moda. Un fenomeno di costume che ha travolto non solo i più giovani. Basta guardarsi intorno per vedere giocatori di ogni età che, telefonino alla mano, girano come zombie per le strade a caccia di Pikachu e compagni. Pokemon Go, nel giro di pochi giorni ha superato qualsiasi applicazione da smathpone: Facebook, Whatssapp, Twitter solo per citarne alcune, mentre su Google, il numero di click ha battuto perfino quelli del sito per soli adulti YouPorn, ma ovviamente, accanto all’ingiustificato successo, sono cresciute anche le polemiche.
A tal proposito si è espresso il Vescovo di Noto, Antonio Staglianò, già conosciuto come cantante di cover. L’uomo attacca “Pokémon GO”, considerandolo colpevole di aver trasformato in P0kéStop proprio la sua cattedrale, accostandolo persino al nazismo.
“Pokémon GO crea dipendenza a un sistema totalitaristico che è pari a quello nazista, ecco perché combatto quest’app che sta alienando miaglia e migliaia di giovani”. Il discorso del vescovo continua approfondendo i motivi di questo attacco: “Pokémon GO” muove i ragazzi per la città “secondo una regia totalitaria e dove manca la partecipazione attiva e cosciente“, in un gioco in cui il giocatore è telecomandato e costretto a “una condizione di minorità di cui egli stesso è responsabile”.
Il parallelismo tra Pokémon GO e nazismo sarà per qualcuno probabilmente eccessivo, ma risulta comunque interessante e spunto di riflessione, specie considerando come provenga da un personaggio che non è certamente un anziano uomo di chiesa incapace di comprendere la modernità, bensì da un vescovo che già in passato si è fatto notare per comportamenti molto poco convenzionali.
Il 57enne Staglianò ha infatti raggiunto una certa notorietà, oltre che per la sua attività come vescovo di Noto, anche per i video delle omelie nelle quali cita Noemi e Mengoni, così come per gli incontri coi giovani conditi da esibizioni alla chitarra con brani di Bennato e Battiato.
Nonostante sia un tipo sui generis, il Vescovo della città di Noto ha esposto delle considerazioni più che sensate: egli stesso infatti ha ammesso di combattere l’app perché “sta alienando migliaia e migliaia di giovani” , in fondo , come dargli torto?