Nella notte tra il 29 e il 30 luglio la Polizia di Stato della Questura di Cosenza ha arrestato un giovane di 25 anni per violenza sessuale, lesioni e minacce nei confronti dell’ex fidanzata.
La vicenda è avvenuta nel tardo pomeriggio, la ragazza si trovava a casa sua quando il 25enne ha fatto irruzione all’interno e ha tentato di usarle violenza. La ragazza ha reagito, allertando anche i vicini che si sono precipitati a soccorrerla, mettendo in fuga il molestatore. Subito sono state contattate le autorità che si sono recate velocemente sul luogo ottenendo le prime informazioni sui fatti. Il fuggiasco, che nel frattempo cercava di allontanarsi dalla casa della ex, è stato costretto ad arrestarsi per ricevere delle cure sanitarie a causa di un incidente stradale.
Le indagini, svolte con perizia e attenzione da parte della Squadra Mobile, hanno portato all’immediato arresto in flagranza di reato dell’aggressore, trasportato al Carcere di Cosenza.
L’ennesima vicenda di una rottura di una relazione sentimentale che ha portato a situazioni spiacevoli e obbrobriose: basti pensare alla vicenda avvenuta in questi giorni nel catanese, dove un ex ha accoltellato la madre della ragazza durante una discussione, o alla vicenda di Sara Di Pietrantonio, bruciata viva dall’ex pochi mesi fa. Vicende che vengono riportate non di rado sui giornali per via delle conclusioni scellerate a cui giungono, ma che sono più frequenti di quello che ci si può aspettare. Una serie di indagini svolte sul suolo europeo ha riportato che su 42000 donne intervistate circa il 18% sono state vittime di stalking.
Chiamate continue, messaggi, inseguimenti, appostamenti sotto casa e a lavoro, tutto nel vano tentativo di ristabilire un rapporto, ormai chiuso, con la vittima. Mediamente a porre in atto questo tipo di persecuzioni nell’80% dei casi sono uomini, maggiormente partner o ex-partner, ma non mancano casi di collaboratori, amici, conoscenti o vicini. Alla base di questo comportamento, lesivo per la vittima che in molti casi riporta danni psicologici per la pressione subìta, ci sarebbe la volontà dell’aggressore di farsi notare, di far cambiare idea o atteggiamento alla vittima. Si inizia con azioni del tutto normali, come provare a contattare la persona, farle una visita, ma nel tempo, quando queste azioni ritenute “normali” nel corteggiamento, iniziano a diventare sempre più pressanti e sempre più frequenti nonostante il rifiuto, fino a sfociare in minacce e comportamenti aggressivi, si inizia a parlare di reato di stalking. Secondo l’art. 612 bis c.p. è punibile per stalking con reclusione da sei mesi a quattro anni:
chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.