Scene di inconsulta omofobia che intralciano il diritto alla salute.
Succede all’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli e a denunciare la vicenda è l’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Napoli, Daniela Villani.
“Questa dove la mettiamo?”: esordisce così il personale medico della struttura ospedaliera al cospetto dell’assistenza per problemi cardiaci da parte di Nunzia, transessuale registrata come donna all’anagrafe e iscritta all’Associazione trans.
La donna, fa sapere l’assessore, è stata offesa e umiliata. “La signora Nunzia – dice l’assessore Villani – per non sostenere l’attacco gratuito e inaccettabile ha deciso di rinunciare alle cure ed è andata via. L’Amministrazione comunale di Napoli – precisa l’assessore – è da sempre in prima fila sui diritti civili e contro le discriminazioni, per l’inclusione e il rispetto alle diversità. Combattiamo l’ignoranza e vogliamo costruire una città contro ogni discriminazione – sottolinea Villani – in cui le persone (maschi, donne, etero e lgbt) siano educate al rispetto reciproco per la vittoria della comunità e della sensibilità”. L’assessore comunale si è detta “costernata per l’accaduto” e ha rivolto le sue scuse alla signora Nunzia “a nome della città. Siamo al suo fianco”. Villani ha inoltre invitato la signora Nunzia a contattare l’assessorato.
“Garantire l’uguaglianza e la dignità di tutti i cittadini” chiede Arcigay Napoli. “Nonostante i documenti d’identità confacenti la sua identità di genere gli operatori sanitari incaricati di portarla in reparto l’hanno continuamente derisa rivolgendosi a lei al maschile e discutendo su quale reparto fosse il più adatto”. Arcigay Napoli ricorda che “non si tratta del primo caso di questo tipo che si verifica nello stesso ospedale: nel 2014 Pina, una donna transgender, fu ricoverata nel reparto maschile e denudata alla presenza degli altri degenti. L’intervento di alcuni attivisti ha portato il sindaco Luigi de Magistris a emanare una direttiva rivolta a tutti i presidi ospedalieri della città in cui si ribadiva la responsabilità dei professionisti, la dignità dei pazienti, i diritti umani inviolabili alla salute, la privacy e spazi riservati in casi doppiamente sensibili”.
Arcigay Napoli chiede “ancora una volta un tavolo di confronto tra tutte le autorità responsabili delle Pari Opportunità a livello locale”. “È necessario – dice Daniela Lourdes Falanga, responsabile per le politiche trans dell’associazione – trovare soluzioni adeguate rispetto a fatti che non possono ripetersi quali quelli che ledono la dignità di pazienti che dovrebbero solamente avere garantito il diritto alla salute nella maniera più dignitosa possibile. Solo un confronto diretto tra le autorità e le associazioni locali che si occupano delle questioni sensibili inerenti alle persone transgender può determinare quelle buone prassi che garantiscono appieno l’uguaglianza e la dignità di tutti i cittadini, lasciando cadere quei muri di pregiudizio che possono determinare solo e nient’altro che morte sociale”.