Regista e sceneggiatore cinematografico italiano, Gabriele Salvatores nasce a Napoli il giorno 30 luglio 1950, esattamente 66 anni fa.
Entra nel mondo dello spettacolo fondando nel 1972 il Teatro dell’Elfo di Milano. Dirige diversi spettacoli d’avanguardia, finché nel 1989 decide di dedicarsi completamente a quella che in realtà rappresenta la sua passione per eccellenza: il mondo del cinema.
Dopo aver collaborato con la RAI come sceneggiatore e regista, nel 1983 ha esordito dietro la macchina da presa con Sogno di una notte d’estate, riduzione rock del dramma shakespeariano, cui ha fatto seguito Kamikazen – Ultima notte a Milano (1987). Ma sarà soli successivamente, con Marrakesh express che raggiungerà la notorietà.
Gabriele Salvatores fa parte di quei registi che nella loro carriera oltre a raccontare tante storie, hanno sperimentato generi cinematografici diversi cambiando forma e linguaggio ai suoi film. Emozioni, suggestioni, comicità, tenerezza, tutti sentimenti che hanno investito almeno una volta chi ha guardato i film di Salvatores: da Marrakesh express (1989), Mediterraneo (1991, premio Oscar), Puerto Escondido (1992), Sud (1993), il fantascientifico Nirvana (1996), sino a Io non ho paura (2003), Happy family (2010); Educazione siberiana (2013); il docu-film Italy in a day (2014; Nastro d’argento 2015 al miglior documentario); Il ragazzo invisibile (2014).
Nel corso della sua carriera, caratterizzata negli anni Novanta dai successi di Mediterraneo (1991), Sud (1993) e Nirvana (1997), ha saputo scegliere generi diversi in una personale ricerca dell’immagine. Legato al tema del viaggio inteso come rifugio da una realtà che si sente estranea e insieme come percorso alla scoperta della propria coscienza mediante la solidarietà goliardica tra amici, negli ultimi anni Salvatores ha sperimentato stili differenti.
Dopo le atmosfere surreali di Denti (2000) e Amnésia (2002) interpretati da Sergio Rubini, Salvatores ha diretto Io non ho paura (2003), film meraviglioso e toccante, che mantiene la poesia del romando di N. Ammaniti, autore da cui avrebbe tratto cinque anni più tardi anche Come Dio comanda.
Più recentemente, nel 2005 lo sguardo ossessivo e claustrofobico verso una realtà considerata anormale lo ha spinto a utilizzare tecniche digitali nell’originale noir Quo vadis, baby?. Nel 2010 aveva diretto il documentario 1960 e nel 2011 è tornato a girare un cortometraggio, Un solo sguardo, dopo quello girato nel 2009, Stella. Tra gli ultimi film: Educazione siberiana (2013), tratto dal libro di Nicolai Lillin.
Nel 2014 si ritorna al clima fantastico con Il ragazzo invisibile, che segna la sesta collaborazione del regista con Fabrizio Bentivoglio, nonché il ritorno di Salvatores, ancora una volta, al mondo della fantascienza. Dunque non resta che attendere quale genere ci riserverà il regista in futuro, per adesso auguri Gabriele Salvatores!