La vicenda della carenza idrica che interessa alcune zone del nostro meraviglioso Sud Italia, sta assumendo contorni a dir poco preoccupanti: facciamo riferimento alla grave situazione in cui versa Vibo Marina insieme a Bivona, dove sono trascorsi ben 5 anni, da quando l’amministrazione comunale dell’epoca vietò il consumo domestico di acqua sia nelle fontane pubbliche che all’interno delle abitazioni. Ebbene ancora oggi nulla è cambiato.
Complice della rassegnazione degli abitanti lo sgravio fiscale in bolletta: ovvero il 50% dei 98 centesimi per metro cubo attualmente previsti. Insomma ad oggi tutto tace, seppur sembra sconvolgente vivere situazioni simili nel 2016.
Il tema dell’acqua, della sua qualità ma anche della sua fruibilità, insieme a quello dei rifiuti, è una tra le più gravi problematiche del mezzogiorno, eppure il disagio persiste inevitabilmente. Nel caso specifico di Vibo Marina, ricordiamo che l’ordinanza del Maggio 2011 iniziò in seguito al ritrovamento di infiltrazioni da idrocarburi all’interno della condotta di Longobardi, finiti poi nella rete idrica di Vibo Marina, rete idrica che continua ad essere vittima di problemi di carattere strutturale e idraulico.
Come è noto i serbatoi della città vengono gestiti maggiormente dalla Sorical; ragion per cui se si vuole realmente risolvere tale problematica, si deve attuare un monitoraggio serio di tutti i serbatoi presenti in città, anche quelli che attualmente sono in carico alla Sorical.
Da questa storia il comune, (ma soprattutto i cittadini), ne esce ancora una volta male. A tal proposito sono 16 le persone coinvolte nell’inchiesta denominata ‘Acqua sporca’ ; fra i 16 indagati, anche l’attuale sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, i vertici della Sorical, un ex sindaco, dirigenti comunali del Vibonese e dirigenti delle Asp di Vibo.