La vicenda di Emmanuel Chidi Namdi è una storia di dolore, morte e razzismo.
Emmanuel era un migrante nigeriano ucciso in un litigio con l’ultrà di destra Amedeo Mancini. Numerosi i messaggi di solidarietà giunti sul luogo della sua morte.
I funerali sono stati celebrati nel duomo di Fermo, con la presenza del presidente della camera Laura Boldrini, del ministro Maria Elena Boschi, del vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli, delle autorità della regione e del sindaco di Fermo Paolo Calcinaro. La funzione è stata celebrata da Don Vinicio Albanesi, che con la Caritas e le suore ospitava Emmanuel e sua moglie Chinyery, affiancato dall’arcivescovo monsignor Luigi Conti.
Don Vinicio Albanesi è stato il primo ad affermare che il migrante è stato ammazzato di botte perché ha osato ribellarsi alle offese fatte a sua moglie, definita “scimmia africana”, ma successivamente ha anche dichiarato: “Anche l’aggressore è una vittima, se qualcuno lo avesse aiutato a controllare la sua istintività, la sua aggressività, avrebbe fatto bene”.
Durante i funerali, Chinyere, moglie di Emmanuel, si è accasciata a terra dal dolore ed è stata subito soccorsa dai presenti. La vedova si è sentita male ed è stata trasportata fuori dal duomo in barella, è tornata dopo circa mezz’ora all’interno della chiesa ed ha assistito alla fine delle esequie.
“Fermo non è una città razzista, siamo qui per dire NO al razzismo!” afferma Laura Boldrini.
“Finché il colore della pelle sarà più importante del colore degli occhi ci sarà sempre guerra; liberi di essere, liberi di vivere ora e ovunque!”