Una fitta e cupa nube di fumo, sempre più alta, sempre più nera, visibile da diversi comuni e quartieri della città, le cui immagini sono subito diventate virali.
Numerosi gli utenti che attraverso i social hanno diramato immagini e video che ritraevano le evoluzioni della minacciosa colonna di fumo, insorta tra i comuni di Casalnuovo di Napoli ed Afragola.
Un incendio divampato in un campo rom, uno dei più vasti e popolati del napoletano, quello che giace nei pressi del Centro Meridiana, si saprà, poi, con l’avvicendarsi delle ore, delle immagini e delle notizie.
Un incendio di natura dolosa, a quanto pare: da più parti emergono le testimonianze di persone che raccontano di aver visto un furgone o comunque una vettura di stazza grossa, come un Suv, stanziare a ridosso del campo rom, dalla quale sono scesi due uomini, identificati come gli artefici del raid incendiario, poiché la loro fuga è corrisposta all’insorgere delle fiamme.
Un’abitudine notoriamente consolidata negli usi e costumi dell’etnia rom quella di appiccare incendi contraddistinti dall’elevata tossicità del materiale comburente, un elemento che non depone a favore degli abitanti del campo, seppure le prove a disposizione di inquirenti ed opinione pubblica siano fin qui troppo labili per decretare con certezza verso quale direzione verte l’esatta dinamica dei fatti, secondo quel longevo e mai scalzato pregiudizio, “è sempre colpa loro e se non è colpa loro, se la sono cercata comunque, perché i rom sono una brutta razza.”
Gli abitanti del campo, tra cui più di un centinaio di bambini, si sono dati alla fuga riversandosi tra le strade del comune napoletano.
Celere e tempestivo l’intervento delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco, giunti in gran numero per cercare di domare le corpose fiamme.
L’unica certezza legata all’accaduto è proprio quella riconducibile alla fitta, densa e obesa nuvola nera che ha inondato l’aria di sostanze tossiche per diverse ore: sostanze altamente inquinanti che, a prescindere dall’etnia dei polmoni che la respirano, mettono a repentaglio la salute di tutti i cittadini.