Venosa, un piccolo borgo sito nella Basilicata, riconosciuto come uno dei più belli d’Italia, e sede di numerose opere architettoniche. Qui si dice abbia risieduto nel II secolo d.C. anche il famoso poeta latino Orazio, ed inoltre sempre a Venosa, nella zona periferica, sono stati ritrovati anche alcuni reperti archeologici risalenti al paleolitico, ma una delle tappe turistiche più belle e spettacolari è costituito dalla Chiesa Incompiuta.
Questa Chiesa fa parte di un complesso architettonico più ampio: il Complesso della Santissima Trinità.
Il complesso è costituito da due edifici, la Chiesa Antica, a cui si accede tramite l’entrata principale, e la Chiesa Incompiuta. La data di fondazione non è sicura, ma si sviluppa sul nucleo di una Basilica paleocristiana risalente al V o IV secolo, con un’ampia navata centrale e l’abside nel fondo, a cui si sono aggiunte delle modifiche tra il X e XIII secolo per mano dei Longobardi e dei Normanni.
La costruzione della Chiesa Incompiuta risale al XII secolo, intorno all’anno millecento. L’idea di innalzare questa nuova chiesa fu dei frati benedettini, che ritennero di dover ampliare lo spazio della Chiesa Antica per accettare un maggiore numero di fedeli. La costruzione andò avanti per lungo tempo per via delle finanze ridotte dei benedettini, fino a quando non venne completamente interrotta a causa della soppressione del Monastero voluta da papa Bonifacio VIII nel 1297. Successivamente la chiesa fu affidata all’Ordine dei Cavalieri di Malta, che tuttavia preferirono non portare a compimento l’opera, insediandosi invece nel palazzo di Balì.
Sull’arco circolare posto all’ingresso del monumento si può ammirare un’iscrizione propiziatoria in cui si invoca la protezione di Dio e la pace dell’anima e del corpo. All’interno invece si trova un’epigrafe proveniente dall’anfiteatro romano che contiene un elenco di nomi di gladiatori che vi combatterono, e tra gli altri reperti anche la Stele Funeraria dei Cinna.
La Chiesa di Venosa è un luogo dall’atmosfera mistica, immerso tra l’arte e la storia, testimonianza della grandiosità del passato. Una sorta di capriccio, come quelli che tanti pittori hanno dipinto nel corso del tempo, un’opera che sembra essersi tramandata così fino ad oggi, solo per essere ammirata.