Storie di vite in balia dell’incerto destino che contraddistingue le avversità del mare.
Storie di vite anonime ed omonime, tutte uguali e ugualmente sconosciute, agli occhi del mondo.
Per l’opinione pubblica non sono persone, ma migranti: un gruppo di corpi ed anime nere che sfidano la sorte e la morte consegnando la speranza di ritagliarsi un futuro migliore attraversando il mare con mezzi di fortuna.
Ogni volto, ogni nome, ogni sguardo racconta una storia diversa, il cui denominatore comune è la disperazione.
“Talvolta i migranti non hanno i soldi per pagare il viaggio che hanno effettuato via terra, né a chi rivolgersi per pagare il viaggio in mare, e allora mi è stato raccontato che queste persone che non possono pagare vengono consegnate a degli egiziani, che li uccidono per prelevarne gli organi e rivenderli in Egitto per una somma di circa 15.000 dollari. In particolare questi egiziani vengono attrezzati per espiantare l’organo e trasportarlo in borse termiche“. Questa la denuncia di Nuredin Atta Wehabrebi, un trafficante di esseri umani che da un anno collabora con la giustizia italiana e che ha consentito alla procura di Palermo di fermare 38 persone accusandole, a vario titolo, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e altri reati.
Dall’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina all’esercizio abusivo dell’attività di intermediazione finanziaria, senza trascurare l’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, tutti aggravati dal metodo criminoso.
Secondo quanto raccontato da Atta Wehabrebi, la cui denuncia è stata pubblicata dal Corriere della Sera, l’organizzazione criminale arrivava a “fatturare” milioni di euro. Nell’estate del 2015 ha gestito almeno sei sbarchi con cui sono arrivati a Palermo oltre 4.000 immigrati che, dopo la traversata in mare, sono stati aiutati a fuggire dai centri di prima accoglienza.
“L’organizzazione opera come un vero e proprio network criminale, con diverse cellule operanti nei territori di riferimento, cui vengono attribuiti compiti specifici e determinati al fine di organizzare i viaggi e favorire così l’ingresso e la permanenza clandestina in Italia dei migranti – spiegano il procuratore di Palermo Franco Lo Voi, l’aggiunto Maurizio Scalia e i sostituti Calogero Ferrara e Claudio Camilleri – in un secondo momento viene organizzata la logistica per il loro allontanamento dal territorio italiano e raggiungere così la meta finale di tali viaggi, in genere un paese del Nord Europa, in cui il migrante raggiunge il suo gruppo familiare o amicale”.
La rete criminale sgominata oggi organizzava anche falsi ricongiungimenti familiari facendo figurare matrimoni inesistenti tra stranieri già legittimamente in Italia e persone con cui non hanno alcun legame. Il costo di ogni falso matrimonio oscilla dai 10mila ai 15mila euro a persona.
Le realtà nascoste che si celano dietro quei volti, quegli sguardi, quelle anime, “tutte uguali”, seppur accomunate solo dalla tragica disperazione che, in ogni caso, segna le loro vite.