I fatti avvenuti a Genova durante il G8 del 2001 sono destinati ad essere tramandati ai posteri come una delle vicende più concitate e violente della storia del nostro Paese.
Nonostante sia trascorso più di un decennio da quei tragici accaduti, quei momenti di tensione e violenza e la reticenza nell’affrontare l’argomento è assai palpabile, tant’è vero che dal web nasce una petizione che mira dritta a un punto ben preciso:
“Il giornalismo in una democrazia è il cane da guardia del potere. – si legge nel testo della petizione – Quando quel potere compie abusi, soprusi e violenze, i mezzi d’informazione, specialmente quelli del servizio pubblico, dovrebbero documentare tutto questo e informarne i cittadini.
Del G8 di Genova, nel luglio del 2001, si è detto spesso che sia stata la “più grave sospensione dei diritti umani in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”. Dopo che la Corte di giustizia europea di Strasburgo ha condannato lo Stato italiano a risarcire un suo cittadino per le torture subite, e in attesa che il reato stesso di tortura entri finalmente nel nostro codice penale, è giunto il momento che anche il servizio pubblico d’informazione del nostro Paese faccia la sua parte. E che trasmetta finalmente in prima serata e su Rai 1 “Bella Ciao”, il documentario girato all’epoca dei fatti di Genova da Marco Giusti, Roberto Torelli e Carlo Freccero, realizzato e prodotto dalla stessa Rai.
In 15 anni costellati da diversi Cda aziendali, emanazione di diversi governi e parlamenti, la Rai non ha mai voluto mandarlo in onda su un proprio canale generalista e in prima serata. Non perché non fosse un prodotto di qualità (altrimenti non sarebbe diventato un film presentato a Cannes nel 2002 e non sarebbe stato richiesto in tutto il mondo), ma perché, semplicemente, mostra senza filtri e con l’inappellabile forza delle immagini i soprusi che sono stati commessi con gratuità e inaudita violenza su persone che nella stragrande maggioranza dei casi erano a Genova per manifestare pacificamente.
Per questo chiediamo che la Rai svolga appieno le sue funzioni di servizio pubblico, rivolto davvero ai cittadini, e che il giornalismo di cui si fa portatrice sia davvero il cane da guardia del potere e non il suo cagnolino da compagnia.”
Per firmare la petizione, clicca qui.