Torna a Napoli, la festa dedicata a Maria SS del Monte Carmelo. Una festa che coinvolge migliaia di fedeli, sia nei giorni precedenti la festività, fissata il 16 luglio, che la sera precedente, con lo spettacolo pirotecnico e il tradizionale incendio del campanile del Santuario.
La festa del Carmine è l’ultima festa religiosa a Napoli che si sostiene coi soli fondi pervenuti dai fedeli. Ha origini antichissime e trova il suo culmine nel tradizionale incendio del Campanile, nel quale l’intera struttura di 75 metri di altezza (il campanile è il più alto della città) viene completamente rivestita da piogge di fuoco ad imitare un vero incendio che viene spento solo nel momento in cui arriva il quadro della Vergine del Carmine.
Purtroppo per quest’anno, a causa dei lavori di ristrutturazione che riguardano anche il campanile, il tradizionale e suggestivo incendio non ci sarà, nonostante il fatto che nel programma è menzionato questo momento. Ai tempi di Masaniello, c’era l’usanza di fingere un attacco ad un fortino in legno costruito in piazza del Mercato per poi chiudere la rappresentazione con l’incendio dello stesso.
Masaniello, era uno dei capi dei lazzari che assalivano il fortino, e la sua rivolta iniziò proprio durante i preparativi della festa del Carmine. Durante il regno dei Borbone, i sovrani di Napoli omaggiavano la Vergine, regalando ogni anno due barili di polvere pirica per gli spettacoli esterni. Nel secolo scorso, la festa richiamava folle da ogni parte della città e della provincia, caratteristiche erano le bancarelle dei venditori di impepate di cozze, di cocomeri, e soprattutto la tradizione casalinga del tarallo e della birra al balcone di casa propria mentre si ascoltavano le canzoni radiodiffuse per le vie del quartiere.
Dal 6 luglio fino a oggi, Napoli ha vissuto ben 10 giorni di festeggiamenti dedicati alla Madonna del Carmine.