Il MATRONATO è concesso a J’ai brûlé dans tes yeux. Je brûle, una performance multidisciplinare trilingue (italiano, francese, inglese) ispirata al film Paris,Texas di Wim Wenders, sul quale attori e danzatori hanno iniziato una ricerca basata sull’improvvisazione durante una residenza creativa iniziata in una sala prove a Montreuil e proseguita al Goethe Institut di Parigi nel 2015. Un lavoro corale, fisico, fatto di danza, musica, scultura e cinematografia che coinvolge dodici interpreti tra danzatori, attori, registi, musicisti ed artisti ambientali, pronti ad unire le proprie capacità nella direzione di una drammaturgia condivisa e di una grande opera aperta, circolare, infinita. Corpi senza sosta in movimento che si danno le spalle nel momento del confronto per la paura di “bruciare” negli occhi di lei o di lui. Tema centrale è la relazione che si crea tra spazio abitativo e opera, tra interno ed esterno, tra attore e spettatore con l’obiettivo drammaturgico di raccontare la relazione tra due persone, partendo appunto dalla coppia del film Paris, Texas.
La prima fase del progetto è stata presentata in occasione dell’XI Giornata del Contemporaneo di AMACI nel 2015. A Napoli, dal 5 al 9 luglio 2016, dalle ore 21:00 (presso La Casaforte, piazzetta Trinità degli Spagnoli 4, Napoli), si potrà assistere alla seconda fase, con l’introduzione del film in super 8, girato durante una precedente residenza e ri-proiettato nel corpo performativo, come un esplicito richiamo al linguaggio filmico wendersiano.
I protagonisti della storia, che si sdoppiano e diventano quattro esperienze di coppie diverse, si muovono in un non luogo dove terra, fuoco, metallo sono elementi di interazione per relazioni passionali, come bruciate, che cercano di ritrovarsi. Le sculture diventano elementi drammaturgici per indagare la relazione tra corpo performativo, spettatore-attore ed opera d’arte. Una grande scultura abitabile in ferro a base ottagonale rappresenta la durezza della relazione: i corpi dei performer esplorano la freddezza del metallo, il conflitto comunicativo che ne deriva grava sulla fragilità della relazione; un cono in terra vulcanica rimanda alla ricerca di una dimensione unitaria con la natura: i performer cercano una meta-dimensione della relazione esplorandola nella sua parte più interiore; il prisma soffice in tyvek, infine, incarna la purezza dell’infanzia in relazione ad un mondo onirico rappresentato dalla grande proiezione di uno spettro cromatico retrostante l’opera, necessario per esplorare la rinascita e la gioia.
Oltre al MATRONATO della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, il progetto ha ottenuto il patrocinio dell’Istitut français e il patrocinio del Goethe Institut di Napoli.
La Casaforte S.B. è una casa-laboratorio nata negli spazi dell’antica litografia Manzoni e De Lucia (1950) già chiostro e parte del convento della Trinità degli Spagnoli (1579), nel cuore dei Quartieri Spagnoli. Una casa-opera-aperta che intreccia visioni e linguaggi artistici nel vivere quotidiano, presso la quale Valeria Borrelli e Antonio Sacco, ospitano artisti di tutto il mondo per residenze creative (e “abitare l’arte”).
ll collettivo italo-francese Kulturscio’k, è fondato dalla danzatrice Ivana Messina e da Alessia Siniscalchi, regista del lavoro J’ai brûle’ dans tes yeux. Je brûle, artista eclettica che, dopo aver vinto una borsa di studio all’Actors Studio di New York e aver lavorato per quattro anni negli Stati Uniti con i più grandi maestri del teatro classico e con compagnie di teatro sociale, politico e sperimentale, si dedica con Kulturscio’k, allo sviluppo di performance di diversa sperimentazione. Il collettivo si avvale della collaborazione di artisti, musicisti, scrittori, danzatori, attori, fotografi.
PAC-Porto d’Arte Contemporanea
Mostre di Sergio Fermariello e Vincenzo Rusciano
venerdì 8 luglio 2016, dalle ore 18:00
fino al 15 ottobre 2016
porto di Acciaroli, nel comune di Pollica e Castello dei Principi Capano (Salerno)
partecipazione gratuita
Il secondo MATRONATO è concesso a due mostre di Sergio Fermariello e Vincenzo Rusciano, organizzate dal PAC-Porto d’Arte Contemporanea di Pollica (Salerno), progetto innovativo, nato da un’idea di Valerio Falcone, che si basa sul rapporto fra l’identità storica dell’area Acciaroli-Pollica, nel Cilento e, più in generale, la relazione tra quest’area del Mediterraneo con altre culture e filosofie artistiche contemporanee. Venerdì 8 luglio il PAC inaugurerà due mostre:
– al porto di Acciaroli (ore 18:00), nel comune di Pollica (Salerno) la doppia installazione di Sergio Fermariello: tre sculture totem in ferro alte più di quattro metri e una lunga catena in ferro.
– presso il Castello dei Principi Capano (ore 20:00) a Pollica, la mostra di Vincenzo Rusciano: due tele di grandi dimensioni, una zattera lunga più di quattro metri ed una casetta in legno.
Le installazioni e la mostra saranno visitabili tutti i giorni fino a sabato 15 ottobre 2016, data in cui sarà presentato a Pollica il catalogo delle due mostre. Oltre al MATRONATO della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, le mostre hanno ricevuto il patrocinio della Fondazione PLART, dell’AMACI, della Regione Campania, della Provincia di Salerno e del Comune di Pollica.
O.O.PARTS / OUT OF PLACE ARTICRAFTS / Reperti impossibili
installazione site specific di Michele Iodice
sabato 9 luglio, dalle ore 19:00 alle ore 21:30
fino al 20 settembre 2016
Palazzo Cerio, piazzetta Cerio 11, Capri
partecipazione gratuita
Il terzo MATRONATO è stato concesso all’installazione site specific di Michele Iodice, concepita appositamente per gli spazi del Centro Cerio, quale rilettura in chiave contemporanea dei reperti conservati al Museo Cerio, dal titolo O.O.Parts / Out Of Place Articrafts / Reperti Impossibili (inaugurazione il 9 luglio dalle ore 19:00, fino al 20 settembre 2016), realizzata sotto la direzione artistica di Intragallery, nell’ambito della rassegna Cerio / Arte.
L’artista, ispirato dal piccolo antiquarium conservato presso Palazzo Cerio, dove sono raccolti i reperti paleontologici ed archeologici collezionati dallo studioso Ignazio Cerio, ha realizzato un’installazione site specific di opere ready made: sculture ispirate all’antichità, realizzate in metallo riciclato, rese contemporanee dai materiali utilizzati come acciaio, alluminio e resine. La pietas per l’oggetto ritrovato, che Giuseppe Merlino rinveniva nelle opere di Michele Iodice, alimentata dall’esperienza dell’artista presso il museo archeologico e dall’amore per la propria città martoriata, anima l’intera installazione.
Mario Codognato scrive sulla sua ricerca artistica di Jodice:“La stratificazione storica e culturale di Napoli al contrario di quella geologica non avviene per moti orizzontali, per quanto discontinui, ma piuttosto attraverso contaminazioni e trasparenze reciproche ed il riciclo di modelli che dall’antichità alla contemporaneità si adattano ingegnosamente e fluidamente agli stimoli e alle esigenze della vita quotidiana. Incarnando questo spirito geniale, le creazioni di Michele Iodice attraversano i secoli, gli stili, le suggestioni e le intuizioni che le hanno prodotte”.
L’installazione ha ricevuto, oltre al MATRONATO della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee anche il patrocinio del Comune di Capri, del Comune di Anacapri e dell’Azienda autonoma di cura, soggiorno e turismo dell’isola di Capri.