Correva l’anno 1979: Internet era una bozza di “rete a nodi” per quattro atenei americani e i telefoni pubblici erano d’obbligo per invitare gli amici ad uscire la sera. Ascoltare musica significava accumulare vinili e cassette da inserire negli appositi lettori o scegliere la frequenza preferita nella radio dell’automobile. Il concetto della musica portatile era da pura fantascienza, fino a che non ci pensarono i giapponesi Akio Morita, Masaru Ibuka e Kozo Ohsone, i primi dei quali fondatori della Sony.
Dopo un anno di prototipi, il 1° Luglio 1979 fu messo in commercio in Giappone il primo modello di un lettore portatile per audiocassette dall’evocativo nome Walkman, il TPS-L2 blu-argento, al costo di 150 dollari: il prezzo iniziale e la competizione con prodotti simili già negli scaffali avevano impedito una diffusione virale sia in Asia sia in Europa e Stati Uniti, che conobbero il lettore a metà del 1980.
Come risposero in casa Sony? “Less is more” e così fu: la serie di modelli “Walkman DD” aveva qualche funzionalità in meno come quella di poter registrare sul nastro della cassetta tramite un microfono, ma manteneva la buona qualità dell’audio, il design compatto, un consumo scarso della batteria e la doppia uscita audio per poter ascoltare in due la musica. Da qui in poi le vendite salirono alle stelle fino a 400 milioni di Walkman venduti e intere generazioni di giovani avevano adottato il lettore come un’icona per la propria identità, influenzata dai successi che invadevano locali e club come Like a Virgin di Madonna e Thriller di Michael Jackson. Tant’è che il termine “Walkman”, marchio registrato della Sony, è stato inserito nel 1986 nell’Oxford English Dictionary.
L’influenza di questo gadget non si limitò solo ai consumatori di cassette, ma anche agli informatici e futuri inventori come Steve Jobs, che si ispirò al concetto di “portabilità” e alla maneggevolezza del Walkman per creare il suo iPod.
Oggi il Walkman è introvabile nei negozi, poiché è stato ritirato dal commercio nel 2010, ma per i nostalgici sono disponibili molti modelli imbevuti dei “bei vecchi tempi” sui siti di asta on-line. Dopotutto non si trattava solo un di lettore musicale, ma un pezzo della cultura pop dei nostri genitori.