È un appello accorato al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca quello con il quale si è aperta la mattinata di confronto sul tema «Cure Palliative, mai più ultimi», tenutasi oggi alla Sala Tiempo con tra gli esperti della Campania.
«La nostra regione su questo tema è drammaticamente ultima con soli 9 hospice per malati che necessitano di cure palliative. La Lombardia ne ha 72». Lo spiega Sergio Canzanella, direttore dell’Osservatorio Regionale Cure Palliative e Medicina del Dolore in Campania che invita a riflettere su una situazione troppo spesso ignorata. A raccogliere la richiesta d’aiuto è stato Enrico Coscioni, che si è impegnato a portare l’istanza all’attenzione del presidente.
In Regione Campania, l’incidenza dei tumori è di 735 casi per 100mila abitanti/anno (415 maschi/320 femmine) e il tasso standardizzato di mortalità per tumore è pari a 368 per 100mila abitanti/anno; ne deriva che ogni anno il numero dei malati terminali dovrebbe essere di circa 19.427, dal momento che il 90% dei malati deceduti per tumore 21.311 attraversano una fase terminale di malattia caratterizzata da un andamento progressivo irreversibile. Ad essi vanno aggiunti coloro che, pur affetti da patologia neoplastica non sono ancora in fase d’inguaribilità, e quelli affetti da forme inguaribili di patologie non oncologiche, come quelle neurologiche, polmonari, infettive e metaboliche.
Terribile anche la situazione per le famiglie con bambini colpiti da malattie inguaribili. La prevalenza di bambini con patologie oncologiche in Regione Campania è compresa tra 160 e 180 nuovi casi/anno e che la sopravvivenza/guarigione media è pari al 50%, il fabbisogno di assistenza è stimabile in 70 bambini/anno.
«Nella nostra regione – prosegue Canazanella – le strutture sono insufficienti, così molto spesso i pazienti finiscono ricoverati nelle rianimazioni, nelle medicine ed in altri reparti che sarebbero deputati ad altri tipi di cure». Il risultato è una spesa enorme a carico dei contribuenti (il costo giornaliero di un ricovero in hospice varia dai 252 ai 385 euro – contro i 2.000 euro di una rianimazione ma anche una sofferenza inutile per i pazienti. Il quadro che ne emerge è realmente da quarto mondo. «Molti non sanno – prosegue il dottor Canzanella – che per i bambini non esistono liste d’attesa, perché non esiste un solo hospice pediatrico». Stando così le cose l’unica alternativa possibile è spostarsi verso altre regioni. Ogni anno intere famiglie devono sottoporsi a quelli che non possono neanche essere chiamati “viaggi della speranza”, perché per questi piccoli pazienti non ci sono possibilità. «Almeno – conclude il dottor Canzanella – vorremmo che il presidente De Luca attivi immediatamente un Hospice pediatrico per poter offrire loro fino all’ultimo le cure palliative in Campania ».