Emblema di forza e voglia di vivere, virilità e potenza fisica: Pietro Taricone, “il guerriero” della prima edizione del Grande Fratello. Un personaggio amato e indimenticato dall’opinione pubblica, Taricone perse la vita in un tragico incidente.
A togliergli la vita, quella mattina del 29 giugno 2010, fu proprio la sua grande passione per il paracadutismo.
Il giorno precedente, in seguito a una manovra ritenuta azzardata dai giudici, precipitò al suolo con il paracadute. Fu ricoverato in ospedale, dove morì dopo un intervento durato nove ore.
Morì così Pietro Taricone, all’età di 35 anni, lasciando una figlia, Sophie, che all’epoca aveva sei anni e la compagna Kasia Smutniak.
La morte di Pietro Taricone fu una notizia che sconvolse l’Italia. In molti avevano seguito l’ascesa di quel simpatico ragazzo nato a Frosinone e cresciuto tra la Ciociaria e Caserta.
Taricone fu il primo lampante e palpabile esempio di come e quanto la partecipazione a un reality show potesse aprire le porte del mondo dello spettacolo.
Pietro Taricone è stato il pioniere degli ex gieffini, partecipando alla prima edizione italiana del reality. Dopo essere salito alla ribalta con il Grande Fratello, “il guerriero” volle fortemente consolidare la sua figura nel mondo cinematografico, puntando tutto sulla sia carriera di attore. Per questo motivo scelse di non sovrapporre la sua immagine in tutte le trasmissioni televisive, come facevano i suoi ex colleghi. Arrivò così ad ottenere il successo che aveva tanto sognato, affermandosi come attore, partecipando a diverse serie televisive e ad alcuni film di successo.
“Il tempo non cancella il ricordo. Cieli blu Pietro”: a sei anni dalla morte dell’attore CasaPound Italia ricorda così, attraverso striscioni affissi in una novantina di città italiane tra cui Perugia, Terni, Todi e Foligno, Pietro Taricone, il cui tragico incidente mortale si verificò sotto il cielo di Terni.
Grazie alla sua passione per questo sport Taricone aveva tenuto a battesimo il gruppo di paracadutismo sportivo di Cpi, Istinto Rapace. “Pietro era un nostro amico e un italiano libero e coraggioso” sottolinea CasaPound in una nota. “Un esempio luminoso – aggiunge – che, come ogni anno, vogliamo ricordare nelle città dove siamo presenti e in tutte quelle che hanno rappresentato qualcosa nella sua vita: da Caserta, dove è cresciuto, a Roma, la città che gli ha dato la fama, fino a Trasacco, il paese in Abruzzo dove ora riposa”.