Suicidio, omicidio o incidente fatale? Non ci sono ancora certezze sul giallo di Antonino Drago, il militare siracusano morto il 6 Luglio 2014 nella caserma del Reggimento dei Lancieri di Montebello (Roma), a soli 25 anni.
Da pochi giorni è stata ufficializzata la decisione di riesumare la salma del giovane, intenzione portata avanti dal pm Alberto Galanti per far luce sul caso, dopo il rigetto della richiesta di archiviazione dello scorso 3 Maggio da parte del gip Angela Gerardi.
Cos’è successo quel giorno d’estate? Il personale di servizio aveva trovato il corpo di Antonino a terra, nel cortile del comando militare vicino a una palazzina: immobile. Per il pronto soccorso non vi è nulla da fare, il ragazzo è morto. Come? L’ipotesi più avvalorata dall’esercito fu quella del suicidio. D’altronde le prime ricostruzioni ipotizzavano una caduta dai bagni del secondo piano di quel palazzo, un evento doloroso e senza colpevoli.
Per la famiglia di Antonino Drago no, quel ragazzo non si sarebbe mai ucciso. Le circostanze sono tuttora confuse: non è stato effettuato l’esame tossicologico sul corpo né quello della temperatura, due elementi importanti per riconoscere un caso di suicidio –magari dopo l’assunzione di sonniferi o antidepressivi- da un eventuale omicidio. Ancor di più, il medico legale Orazio Cascio ha rilevato sul corpo della vittima almeno due fratture sul cranio, procurate non per la caduta ma a causa di un oggetto contundente. Le ferite non coincidono con le ricostruzioni ufficiali.
Qualcuno l’ha aggredito, quando e con cosa? Magari la stessa persona che lo ha ucciso? I dubbi sono tanti e forse i nuovi esami sulla salma porteranno una svolta al mistero.