E’ stato arrestato la sera del 22 giugno il presunto killer di Silvio Mirarchi, il maresciallo capo dei carabinieri ucciso lo scorso 31 maggio a Marsala.
Ricordiamo che Mirarchi, 53enne, è stato colpito alla schiena nella tarda serata del 31 maggio scorso mentre era appostato, in borghese, assieme a un collega nei pressi di una serra utilizzata per la coltivazione di marijuana. I due militari erano entrambi in borghese quando furono raggiunti dal fuoco; il maresciallo fu colpito al rene e all’aorta. L’intervento andò a buon fine, ma il carabiniere, gravemente ferito e debilitato, morì poco dopo per arresto cardiaco.
Ieri sera la svolta: arrivata a seguito delle serrate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Marsala (Trapani) condotte con il supporto del Ris di Messina.
L’ipotesi più accreditata, sin dalle prime ore dell’omicidio, fu quella che a sparare siano stati i responsabili della piantagione di cannabis, che è stata sottoposta a sequestro, anche se Mirarchi quella sera non era in servizio antidroga.
Subito dopo erano stati numerosi i sequestri di piantagioni, migliaia di piante che alimentano un business milionario e su cui Mirarchi indagava da tempo: “È totalmente vicina all’Arma dei carabinieri, con cui ha un rapporto speciale e con cui continua a intrattenere rapporti di estrema fiducia“, queste le dichiarazioni dell’avvocato dei familiari, Giacomo Frazzitta.
Così, 22 giorni dopo il delitto, gli inquirenti hanno dato un volto e un nome al presunto assassino: si tratterebbe di Nicolò Girgenti, 55 anni, un vivaista e bracciante agricola marsalese. Il provvedimento cautelare in carcere è stato emesso dal gip del Tribunale di Marsala. L’arresto è stato eseguito dai carabinieri del comando provinciale di Trapani, che hanno lavorato assieme ai militari del Ros e agli specialisti dello squadrone eliportato cacciatori di Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Marsala.