Due morti e un quindicenne ferito: questo il tragico bilancio di un agguato di canora avvenuto intorno alle 14 di oggi pomeriggio a Melito di Napoli.
Un agguato che ha destato sconcerto per le scene particolarmente crude che ha letteralmente riversato in strada, facendo emergere in tutta la sua ruvida sfrontatezza il volto più efferato della camorra, quella che spara alla luce del sole, in pieno giorno, sprezzante delle vite estranee alle dinamiche camorristiche che sfrecciano sul luogo dell’agguato.
Un agguato o un regolamento di conti di matrice chiaramente camorristica, dato che tutte e tre le persone colpite dai colpi d’arma da fuoco sono legate al clan Amato-Pagano, la cosca che nel 2004 diede vita alla prima sanguinosa faida di Scampia e che annovera la sua roccaforte proprio tra le mura del comune di Melito.
Teatro dell’agguato un appartamento in via Giulio Cesare. Le vittime sono: Alessandro Laperuta, detto banana, 28 anni, già noto alle forze dell’ordine, residente nel rione Salicelle di Afragola, ma ultimamente spostatosi a Melito, da tempo gregario degli Scissionisti, colpito al torace mentre era affacciato al balcone, il cui sangue è colato sul tendone parasole del balcone del piano di sotto. Ferito invece era un marocchino trentenne, Mohamed Nouvo, 30enne marocchino, pregiudicato, legato al clan come Laperuta. Il proiettile sparatogli alla testa aveva provocato una ferita grave e l’uomo è deceduto intorno alle 19 all’ospedale San Giuliano. La terza persona coinvolta è un minorenne, compirà 16 anni il prossimo dicembre, nipote del boss Raffaele Amato. Il giovane è giunto all’ospedale San Giuliano di Giugliano con una vistosa ferita all’addome, trasferito al Cardarelli di Napoli, non è in pericolo di vita.
Laperuta, fu arrestato qualche tempo fa dalla polizia di Afragola per i sequestro di persona e lesioni personali aggravate nei confronti di una donna. Secondo una prima ricostruzione, i killer sarebbero entrati in azione intorno alle 13 in via Cicerone nei pressi del rione popolare noto come Parco X. Erano in 4 in sella a due potenti moto ed hanno puntato le pistole contro il minorenne nipote dei boss degli Scissionisti Raffaele Amato e Cesare Pagano, il quale è stato raggiunto da diversi colpi di pistola, di cui uno lo ha colpito al torace.
I killer hanno rivolto una sventagliata di colpi anche contro tre amici del 16enne: R.M., 20enne di Melito, Mohammed Nouvo, cittadino extracomunitario e Alessandro Laperuta, entrambi deceduti. Il 17enne è rimasto tramortito a terra mentre gli altri tre giovani, pur feriti, sono riusciti a salire in sella a due scooter, riuscendo a sfuggire alla furia dei killer. A tutta velocità hanno percorso via Virgilio e via Pertini prima di tuffarsi su via Salvatore Di Giacomo verso l’incrocio dove sorge lo storico istituto delle suore. Una delle vittime dell’agguato è riuscita a superare l’incrocio, mentre R. M., è stato coinvolto in un incidente con una Fiat Punto, insieme ad un suo amico. A quel punto la moto che circolava di fianco al T-Max ha arrestato per un attimo la sua corsa per accertarsi dei danni riportati dai due uomini coinvolti nel sinistro. Uno di questi sarebbe salito in sella all’altra moto con i suoi due compari e si sarebbe dato alla fuga, poco prima che sopraggiungessero i carabinieri dalla vicina tenenza che hanno trovato in terra R.M. Nel frattempo i due uomini sono riusciti ad arrivare in via Giulio Cesare ed hanno trovato riparo in un appartamento al quarto piano del rione popolare, noto come il Parco di Padre Pio. I due giovani hanno provato a medicarsi alla meglio fuori al balcone di casa, liberandosi del sangue che zampillava dai loro corpi e che scivolava lentamente nel cortile del palazzo. Pochi minuti più tardi sono arrivati sul posto i militari dell’Arma e gli uomini della Scientifica di Castello di Cisterna, oltre ad un’ambulanza che ha trasportato Nouvo in ospedale, dove poi è morto. Per l’altro uomo, Alessandro Laperuta, invece, non c’è stato nulla da fare. Il suo corpo senza vita è rimasto all’interno dell’appartamento. R.M.,, invece, dopo essere stato medicato per le ferite riportate nel sinistro, è stato trattenuto in caserma dove i carabinieri lo hanno sottoposto ad un lungo interrogatorio.