Ha lanciato nel mondo la canzone napoletana rendendola sempiterna; ha sfornato talenti del panorama musicale e brani che hanno attraversato indenni generazioni intere, il Festival della Canzone Napoletana, comunemente noto come Festival di Napoli, dal 1952 al 2004 ha dato lustro alla musica partenopea omaggiando la Campania e la sua cultura.
La competizione canora cessata nel 2004, fu trasmessa dal 1952 al 1970 dalla Rai, per poi ritornare dal 1998 al 2004 su Rete4. Simbolo della musica di “casa nostra” e della tradizione musicale della seconda metà del Novecento, il Festival della Canzone napoletana è stato precursore della nascita di un’altra kermesse musicale sorta nel 1953, il Festival di Sanremo. Organizzato al Teatro Mediterraneo di Napoli, il Festival tutto partenopeo ha visto salire agli onori della gloria personaggi come Sergio Bruni, Aurelio Fierro, Nunzio Gallo, Maria Paris, Giacomo Rondinella, Mario Trevi, Mirna Doris, Mario Merola, Mario Da Vinci, Peppino di Capri, Gianni Nazzaro, Gloriana, Giulietta Sacco e ancora Bruno Venturini, Wilma De Angelis, Domenico Modugno, Ornella Vanoni, Claudio Villa, Don Backy, Giorgio Gaber oltre che Fred Bongusto, Nilla Pizzi, Tony Dallara, Johnny Dorelli, Milva, Gino Latilla, Wilma Goich, Teo Teocoli, Iva Zanicchi, Nino Taranto, Ombretta Colli, Angela Luce, Oreste Lionello e Memo Remigi, insieme a tanti altri artisti noti.
Lo spettacolo ha lanciato anche presentatori nazionalpopolari quali Nunzio Filogamo, Enzo Tortora, Pippo Baudo, Mike Bongiorno, Corrado e Daniele Piombi. Insomma, il Festival di Napoli ha fatto scuola nello stivale grazie alla sua musica e alla formula vincente della gara canora.
Interrotto nel 1971 e rilanciato nel ’73 con la Piedigrotta: Le nuove canzoni di Napoli, successivo nome dato alla kermesse, solo nell’81 riprese l’originale denominazione di Festival di Napoli e fu trasmesso a colori sull’emittente televisiva Rai Tre. Seguì un’altra lunga pausa con ripresa e riadattamento delle edizioni dal ’98 al 2014, ultima data di trasmissione della manifestazione che ancora oggi manca a Napoli e che se recuperata, potrebbe dare nuovamente slancio a quella che per tradizioni e cultura è definità la città più bella del mondo.