Una riflessione che di certo non sarà sfuggita agli occhi più attenti: da quando il martedì in prima serata va in onda su Sky la seconda serie di Gomorra, la fiction che racconta la “camorra romanzata”, le strade di Napoli e provincia si svuotano. Intorno alle 21 si assiste a un fuggi, fuggi generale di auto che frettolosamente sfrecciano verso la prima tv utile ad assicurare l’appuntamento con la seguitissima serie. Poi, a partire dalle 21.10, regna il silenzio assoluto.
Niente auto, niente trambusto, locali deserti: tutti arroccati a ridosso di uno schermo a vedere Gomorra.
Ieri, martedì 14 giugno, però, una frangia di Napoli ha saputo scrivere una storia diversa: un migliaio di persone all’incirca si sono riversate in strada per partecipare alla fiaccolata in memoria di Ciro Colonna, il 19enne vittima innocente di un agguato di camorra, avvenuto il 7 giugno in un circolo ricreativo nel Lotto O di Ponticelli.
Ed è proprio a Ponticelli che, una settimana dopo quel tragico fatto di sangue, la legalità ha fatto sentire e vedere la sua replica.
Ponticelli, quel quartiere che di “scene di Gomorra”, reali e romanzate, ne ha accolte un bel po’, ha voluto rompere gli indugi e non lasciare spazio ad ambiguità ed equivoci, supportata dal solidale, partecipato e condiviso monito di riscatto dell’intera cittadinanza napoletana, accorsa da più parti per partecipare alla fiaccolata.
Ieri sera Gomorra ha perso una fetta di spettatori, perché hanno voluto manifestare con la loro presenza fisica al corteo sorto nel segno di una vittima innocente della criminalità, il loro desiderio di dire “basta” alla camorra: questa è la notizia.
Una realtà conclamata che nella “realtà romanzata” narrata dalle pellicole di matrice saviniana non trova spazio né rappresentazione.
Il desiderio di riscatto dei napoletani non fa notizia e non fa audience, sotto nessun aspetto.
Forse, tra 10 anni, quando “Un Popolo in Cammino” avrà vinto la guerra contro la camorra, le penne pregiate e i media nazionali troveranno tempo e modo di esaltarne le gesta.
Eppure, oggi, basterebbe accendere anche solo per pochi attimi i riflettori su quella Napoli diversa e denudata dai “soliti” stereotipi per conferire al riscatto sociale di un popolo un contributo semplice, ma sostanziale.
Sembra quasi che ai più faccia comodo che Napoli, nell’immaginario collettivo, seguiti ad essere “la terra di Gomorra”.