Dopo il successo dei singoli “La mela” e “Domani, domani”, per “Un piccolo neo” il terzo singolo estratto dall’album “La mela”, il cantautore partenopeo Marco D’ Anna sceglie di continuare la collaborazione con Mario Palumbo (D.O.P. E montaggio ) e costruisce una storia in bianco e nero che si snoda tra le tavole del palcoscenico del teatro Tasso e uno dei luoghi più caro ai napoletani: l’ospedale delle bambole. Ultimo baluardo di chi sa custodire sogni, simbolo della battaglia al consumismo, contro la filosofia dell’usa e getta.
La semplicità e la dolcezza del brano dal sapore malinconico diventa poesia nelle immagini che si concentrano sull’importanza e la bellezza dell’aver cura dell’altro.
In un tempo in cui “pettinare le bambole” implica una perdita di tempo, un gioco infantile di chiara inutilità, qui si vuol dare peso al tempo, ai piccoli gesti, alla potenza del prendersi cura di chi si ama. La bambola è una chiara trasposizione di una donna che non c’è, non c’è più, non c’è ancora ma esiste da qualche parte, nei desideri, nelle illusioni, nei sogni di chi la canta, e si materializza sulle tavole di un palcoscenico. In un teatro, il luogo per eccellenza dove il sogno diventa per magia realtà. Ed è la bravissima attrice napoletana Margherita Romeo a muovere passi quasi di danza sulle tavole nude del palco, diventando una bambola in carne ed ossa e il suo bisogno di essere amata, quel bisogno muto, spesso taciuto, che ci rende fragili come bambole di porcellana.