È tutto racchiuso in quella bara bianca portata a spalla dai ragazzi del Lotto 0 di Ponticelli il sentimento che accompagna il feretro di Ciro Colonna, il 19enne ucciso in un agguato avvenuto lo scorso martedì poco distante dalla chiesa in cui, oggi, una nutrita folla di persone si è recata per rivolgergli l’ultimo saluto.
Dolore e lacrime segnano i volti e i cuori di amici e parenti, degli abitanti del rione che sono stanchi di piangere morti innocenti.
Rabbia, rassegnazione, esasperazione, incredulità, sconforto: questi i sentimenti che di leggono sui volti e negli occhi.
Una morte assurda e inaccettabile, l’ennesima, che si aggiunge ad un elenco già fin troppo nutrito di nomi.
L’essenza di quella giovane vita sottratta brutalmente alla spensieratezza degli anni più felici è tutta sintetizzata nella compostezza con la quale i familiari hanno conferito l’estremo saluto a quel figlio scippato alla vita da un brutale agguato di camorra, solo per una fortuita combinazione di circostanze, ingiuste e beffarde.
Una famiglia straziata dal dolore e che ancora fatica a realizzare quello che è successo, che ancora non riesce a fare i conti con l’idea di non vedere più la faccia di Ciro girare per casa.
La madre ha confidato agli amici di voler murare la porta della stanza del figlio così come Ciro l’ha lasciata l’ultima volta, perché ancora non ha avuto il coraggio di entrare nel suo piccolo mondo, tra le sue cose e sente che quella forza non la troverà mai.
Oltre al vice-sindaco uscente Raffaele Del Giudice e all’assessore alle politiche giovanili Alessandra Clemente, la quale, tra l’altro, oggi, celebra l’anniversario della morte di sua madre Silvia Ruotolo, anche lei vittima innocente della criminalità, ha voluto portare il suo cordoglio alla famiglia Colonna anche Antonio Cesarano, il papà di Genny, un’altra vittima innocente della criminalità.
Ancora una volta, Antonio Cesarano si è trattenuto a lungo con i ragazzi del rione al termine del funerale, per fargli sentire la loro vicinanza e per spiegargli, ancora una volta, l’importanza di quello che da oggi in poi anche loro devono contribuire a generare per riscattare il quartiere, per dire “basta” alle morti innocenti e alla violenza, per delineare una strada diversa e migliore nel loro futuro.
Un giorno difficile, soprattutto per gli animi più coinvolti, ma i ragazzi del rione sono già attivi per fare in modo che Ciro non venga dimenticato: l’organizzazione della fiaccolata che avrà luogo il prossimo martedì, l’idea di dedicargli una lapide proprio lì dov’è morto, e molto, molto altro.
E, soprattutto, in queste ore, a farsi spazio tra dolore e confusione emotiva è un unico appello: “Non lasciateci soli”.