“Le assegnazioni delle case si sono svolte e si svolgeranno nella massima trasparenza in nome della partecipazione democratica. Le scelte sono state condivise con i destinatari degli appartamenti. Il rispetto del sistema delle regole e della legalità sono gli obiettivi principali, una discriminante della giunta guidata dal sindaco Luigi de Magistris. Gli alloggi sono stati assegnati solo a coloro che hanno diritto. Contrastato duramente chi ha cercato di imporre l’illegalità con la violenza.”
Parlava così l’assessore al Patrimonio del comune di Napoli Sandro Fucito, all’indomani dell’assegnazione del primo gruppo di case dei nuovi edifici comunali nel Rione De Gasperi di Ponticelli.
Un rione tutt’altro che facile e contraddistinto da una storia assai concitata. Roccaforte dei Sarno prima e del clan De Micco poi, negli anni in cui era “’o sindaco” alias Ciro Sarno, il boss che amministrava l’assegnazione degli appartamenti, le case venivano consegnate in base alle imposizioni e alle esigenze del clan che per oltre un ventennio ha deciso le sorti non solo del quartiere Ponticelli, ma di una nutrita fetta dell’hinterland napoletano.
“Vi abbiamo dato le case, voi dovete darci i voti”: passano gli anni, cambiano gli attori, ma non la sostanza, né la “politica”.
Sbeffeggiando ed eludendo tutte le regole in materia di propaganda elettorale, oltre che quelle dettate dal buon senso, questo è “lo spettacolo” esibito dalle case comunali del Rione De Gasperi: uno striscione, affisso ad un balcone delle case comunali che troneggia sulla centralissima e trafficatissima Via Angelo Camillo De Meis, sponsorizza in maniera sfacciata ed esplicita la candidatura di Fucito. Quello stesso assessore “a capo” delle assegnazioni di quelle abitazioni e che ha sbandierato ideali nobili come “legalità e trasparenza”.
La legge, così come l’informativa diramata dalla prefettura di Napoli lo scorso aprile, parlano chiaro: quello striscione lì non ci può stare.
E seppure costeggia una delle strade più battute del quartiere, nessuno sembra farci caso.
Nessuno lo ha visto. Nessuno lo ha notato.
L’aspetto più disarmante e mortificante da rilevare in questa condotta è quel messaggio che continua ad essere proposto e riproposto: “vi abbiamo dato le case, adesso ci dovete dare i voti”. Così, sbattuto in faccia a tutti, senza pudore né timore.
Esattamente come, un tempo, faceva la camorra. Quella stessa ideologia e quello stesso modus operandi vengono “ripuliti e incravattati”, ma continuano a marciare sull’ignoranza del popolo e si fanno portatori malsani di un germoglio dal quale non potrà mai fiorire il reale riscatto delle realtà più degradate.