Per celebrare la Giornata Mondiale del Gioco, gli spazi di Piazza del Plebiscito diventeranno un grande, colorato e attrezzato spazio ludico a disposizione di tutta la città. Al fine di consentire una migliore riuscita della Giornata Mondiale del Gioco, dandoci la possibilità di offrire le nostre iniziative a un pubblico più vasto, in un contesto più raccolto, il Comune di Napoli trasferisce l’evento di sabato 28 maggio 2016 dal Lungomare Caracciolo, alla splendida e centralissima Piazza del Plebiscito.
Sabato 28 maggio si celebrerà la Giornata Mondiale del Gioco, promossa dall’Assessorato al Welfare del Comune di Napoli – Servizi Politiche per l’Infanzia e l’Adolescenza in collaborazione con la Ludoteca del Comune di Napoli e la Cooperativa Progetto Uomo che ha fondato Melagioco, il primo centro di cultura ludica in Campania. Nove aree tematiche con attività ludiche e momenti di scambio e confronto sulle buone prassi legate all’utilizzo del gioco nell’educazione e nella formazione, con diversi format per bambini e adulti.
Istituita dalle Nazioni Unite nel 1999, su proposta di Freda Kim presidentessa dell’ITLA, Intenational Toy Library Association, la Worl Play Day vuole affermare i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. L’evento sancisce anche l’inizio ufficiale del progetto ‘Una Città per Giocare’ una proposta della durata di un anno, per i territori e le realtà che vi operano per contribuire allo sviluppo sostenibile attraverso la riqualificazione di un numero consistente di spazi ludici, favorendo la nascita di reti formali e informali, attraverso interventi-azioni di sperimentazione territoriale in ogni Municipalità.
Le nove aree tematiche allestite in piazza, saranno incentrate sui temi che verranno approfonditi nell’ambito del progetto: Spazio Urbano, Scienza, Strada, Sana Alimentazione, Corpo, Arte, Mente, Sentimenti, Musica. La Cooperativa Sociale Progetto Uomo opera dal 2000 offrendo alle famiglie servizi e percorsi educativi, ludici e ricreativi di cura, tutela, ascolto e mediazione. Nel 2004 ha inaugurato il Ludobus Artingioco, per affermare il valore del gioco sancito dall’articolo 31 della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, Legge dello Stato Italiano dal 1991.
Da allora il Ludobus ha macinato migliaia di chilometri, toccando centinaia di piazze, incontrando associazioni, amministrazioni e gruppi informali, aderendo a reti che promovono l’affermazione del DIRITTO AL GIOCO. È membro dell’Associazione Italiana dei Ludobus e Ludoteche (ALI per giocare) e del Tavolo Nazionale delle Ludoteche nei quali porta le istanze delle realtà del Sud. Ha sottoscritto il Manifesto delle Città in Gioco, diffondendone i principi, attraverso l’istituzione del Giorno del Gioco iniziativa accolta fino ad ora in Campania, solo dai Comuni di San Giorgio a Cremano e Casterlvolturno. Nel 2013 la Cooperativa ha inaugurato Melagioco, il primo centro di cultura ludica in regione.
La proposta di Una città per Giocare parte dalla consapevolezza condivisa che il gioco sia un vero e proprio linguaggio, con una propria grammatica e sintassi, che i bambini parlano spontaneamente e gli adulti hanno dimenticato. Il progetto muove i passi dall’assunto che non possiamo permettere che la cultura ludica, intesa come coinvolgimento emotivo, e promozione della partecipazione attiva, venga cancellata. Non si tratta di paura del nuovo, o nostalgia delle tradizioni ma necessità di ri-scoprire il linguaggio attraverso il quale le comunità hannoda da sempre intrecciato rapporti tramite la condivisione e il divertimento.
«La comunità che gioca ha una tendenza naturale generale a farsi duratura, anche dopo che il gioco è finito. Non ogni partita di birilli, o di bridge conduce alla formazione di un gruppo. Tuttavia la sensazione di trovarsi insieme in una situazione eccezionale, di partecipare a una cosa importante, estende il suo fascino oltre la durata del solo gioco». Così diceva lo storico olandese Johan Huizinga (1872-1945) che nel suo saggio Homo Ludens (1938) esamina il gioco come elemento legante anche fra gli animali rappresentando, al tempo stesso, un fondamento culturale e un fattore preculturale.
Napoli, sebbene sia una grande città ha conservato moltissime tradizioni ludiche, raccontate da scrittori e drammaturghi come Raffaele Viviani, mentre la Ludopedagogia nasce in Uruguay ispirata all’educazione popolare del pedagogista brasiliano Paulo Freire (1921-1997), per reagire all’oppressione militare senza armi con la ferma convizione che le relazioni sociali, rappresentassero l’unico modo per reagire e il gioco, attività apparentemente innocua, quindi permessa, divenne uno strumento di resistenza e, in seguito, una metodologia educativa con una propria teoria e un proprio modello di intevento sociale e comunitario, con il quale operare il cambiamento del singolo e della società.