Dopo il cruento omicidio di Giò, alias Giovanna Arrivoli, la donna che voleva essere un uomo e voleva assumere un ruolo di spessore all’interno del clan degli Scissionisti, si torna a sparare a Melito.
Un comune ostaggio di una temibile faida tra clan che, a suon di proiettili, si contendono l’egemonia del territorio.
Due sere fa, i killer hanno sparato contro un’auto, a bordo della quale viaggiava un uomo che stava tornando a casa con sua moglie.
L’agguato è avvenuto sull’Asse Mediano tra Frattamaggiore e Afragola. Un gruppo di tre uomini si è scagliato contro il 55enne Pietro Caiazza, mentre era a bordo di una Mercedes bianca. I due stavano rientrando a casa, dopo essere stati a trovare il figlio.
I killer hanno esploso 15 colpi contro l’automobile, ferendo lievemente il conducente e sua moglie. L’obiettivo dell’agguato probabilmente era uccidere Caiazza. L’uomo, raggiunto da un proiettile alla spalla, ha guidato fino al Commissariato di Afragola, dov’è stato immediatamente soccorso e condotto all’ospedale Cardarelli.
La coppia coinvolta nell’agguato a Melito era già nota alle forze dell’ordine. L’uomo ha dichiarato agli inquirenti di essere stato vittima di una rapina. Una versione che poco ha convinto gli uomini in divisa, fin da subito e ancora di meno, dopo il fermo delle tre persone ritenute responsabili dell’agguato.
I militari dell’Arma hanno chiuso al traffico via Aldo Moro e via Virgilio per evitare che qualcuno potesse uscire presumibilmente dal parco X di via Cicerone a Melito, rione popolare sotto il controllo del clan degli Scissionisti, per trarre in arresto i tre: Lanzetti Fabio, 32 anni, Marino Leopoldo, 33enne e Iacopo Raffaele, 22 Anni, tutti di Scampia. Sono stati bloccati in via Cicerone a bordo di una lancia Y e trovati in possesso di una semiautomatica calibro 9 con matricola abrasa sulla cui canna era stata apportata modifica per l’applicazione di silenziatore, arma trovata carica e con 7 colpi.
“Simm ‘e chiu fort”: urlava uno dei tre arrestati dai carabinieri di Giugliano all’uscita della Compagnia verso i parenti. Così come impone “la prassi”. Un copione già visto e tristemente consolidato nel gergo e nell’ideologia dei fedelissimi della camorra.