È il primo anno che festeggerai la tua festa in cielo, il regalo te l’ho fatto lo stesso, l’ho impacchettato io con una carta a fiori e non l’ho fatto vedere a nessuno, lo nasconderò nel tuo armadio e sarà uno dei nostri segreti.
Stamattina, come ogni domenica mattina, verrò a portare i fiori sulla tua tomba insieme ai nonni e ti dirò la poesia della festa della mamma.
Prima che ti ammalassi, nel giorno della tua festa, andavamo sempre tutti insieme al ristorante e poi sulle giostre e io ero tanto felice. Mi sgridavi sempre perché sporcavo i vestiti buoni per giocare e ti prometto che starò attento a non sporcarmi quando i nonni oggi pomeriggio mi porteranno sulle giostre, perché l’ho promesso a Gesù che cercherò di essere sempre bravo per non farti più arrabbiare adesso che sei in cielo e devi riposare in pace.
Non mi dimenticherò mai dei tuoi baci e di quando dormivo nel letto grande con te e mi facevi il solletico, né di quando mi mettevi le magliette al contrario e io ti prendevo in giro e di quando tu prendevi in giro me quando stavo imparando a scrivere e dicevi che facevo le zampe di gallina e mi disegnavi le facce buffe con la panna sulle torte al compleanno.
Avevamo ancora tante cose da fare insieme, io pensavo che non mi avresti lasciato mai, poi, un giorno, mi hai detto che ti eri ammalata e che i medici non sapevano se lo sciroppo che ti avevano dato poteva bastare per farti guarire.
Più tempo passava e più stavi male, anche se lo so che quando dicevi di stare meglio facevi finta e lo facevi per me, per non farmi spaventare, ma io avevo paura, perché non sapevo cosa succede quando una persona muore.
Adesso lo so.
Vola in cielo e non torna più, però anche se non la vedi e non puoi abbracciarla, sai che c’è sempre, sai che se le parli, ti sente, anche se sei triste, perché non senti la sua voce.
In questi giorni ho visto i miei compagni di classe tutti felici, come lo ero anche io quando c’eri tu. Adesso io devo fare finta di stare bene per non far dispiacere i nonni e per non far preoccupare te.
Volevo dirti che non devi mai aver paura che la tua tomba diventi piena di polvere e fiori secchi, perché anche quando sarò grande verrò sempre a portarti i fiori, a dirti una preghiera e a raccontarti i nostri segreti.
Non smetterò mai di pensarti e di volerti bene.
Non smetterò mai di chiamarti mamma.
Auguri, mamma.
Davide, 8 anni, figlio di Antonietta, una delle tante vittime della Terra dei fuochi