Aveva 18 anni Shaun Appleby, il ragazzo morto nel sonno in Inghilterra. Era uno come tanti, un solo particolare: pesava più di 100 chili. Forse proprio il suo peso l’ha portato ad una morte prematura. Secondo i medici il giovane sarebbe morto a causa di un malore che di solito colpisce gli adulti in età avanzata.
Passava la maggior parte delle sue giornate nella sua casa a North Tyneside. “ Mio figlio trascorreva anche 10 ore di seguito davanti al computer” dichiara sua madre. La donna adesso si batte affinché altri adolescenti non muoiano a causa di uno stile di vita super sedentario.
Il sogno di Shaun era di diventare tester di videogames. La sua passione lo aveva spinto a diventare uno youtuber e sul suo canale postava video di gameplay del famoso gioco minecraft. In queste ore girano sul web video in suo onore da parte di chi lo seguiva sul web. Il suo pseudonimo era “waster” che in inglese significa sprecone. E forse il povero ragazzo la sua vita l’ha sprecata, buttata via, per colpa del peso eccessivo.
Una dipendenza, la sua, per i videogiochi che oggi colpisce moltissimi giovani. Come una droga, infatti sono molti i centri di riabilitazione per contrastare questo fenomeno. Il successo dei videogames online è dovuto alla loro capacità di rispondere ad un’esigenza primaria per gli adolescenti: socializzare con i coetanei. In questa fase di formazione della persona(lità) i videogiochi soddisfano il bisogno di identificazione e “salvano” molti giovani dalla solitudine, incatenandoli però allo schermo.
Uno schermo verso un altro mondo( virtuale) per evadere dalla routine, fino a rendere il virtuale la routine stessa, e quindi la vita reale. Ma anche uno schermo che divide i più deboli da un mondo sempre più cattivo e pericoloso. Internet è il rifugio di coloro che nel mondo offline sono niente; rilegati alla base della piramide sociale, vittime del darwinismo sociale spesso vittime dei bulli e dei pregiudizi. Protetti e nascosti nella propria camera vivono mille avventure senza scollarsi dalla sedia, e nel frattempo sgranocchiano, soprattutto snack e alimenti ricchi di grassi. Una ricerca made in U.S.A. ha rivelato che cibo spazzatura e internet sono un connubio apprezzatissimo, quanto dannoso, per chi naviga in internet.
Quando un individuo preferisce bypassare la sua vita per non affrontare la realtà è giusto puntare il dito contro qualcuno, ma chi? Il ragazzo che subisce il mondo passivamente oppure il mondo stesso per la sua durezza? Senza cadere nel filosofico si può partire dal presupposto che in democrazia le fasce sociali più deboli ( in questo caso i giovani) vanno aiutate e tutelate, almeno questa è la teoria. Trattandosi di giovani la scuola deve divenire il porto che li accoglie e li prepara alla vita, ma per fare ciò prima c’è bisogno che il concetto di scuola cambi. Nella forma ( più moderna, più tecnologica) e nei contenuti che non tengono il passo con la multimedialità del web. Insegnare l’amore per la vita e non solo la storia e la geografia, guidare i giovani e nutrire la loro autostima inserendoli nei gruppi ( non quelli di whatsapp) di loro simili, perché siamo umani e non robot.
Noia e paura attanagliano gli adolescenti e li rinchiudono in una prigione fatta di giorni sempre uguali. Shaun era segregato lì e non ha avuto il tempo di imparare la lezione. Resta l’amarezza di una mamma che si chiede se avesse potuto fare di più per suo figlio. “ Se questo ( la sua morte ndr.) salva un bambino, allora la morte di Shaun non sarà vana”. La disperata ricerca di un senso in una tragedia che un senso non sembra averne. Perché in fondo morire così a 18 anni fa piangere il cuore a tutti e ci ricorda quale bufera sia il periodo dell’adolescenza.