Il 28 aprile di 13 anni fa moriva Ciccio Ingrassia, attore popolarissimo che, insieme all’inseparabile amico Franco Franchi, fu una pietra miliare della comicità italiana.
Francesco Ingrassia, nacque a Palermo il 5 ottobre 1922. Dopo aver ottenuto la licenza elementare, nel 1936 si iscrive al primo ginnasio dell’Istituto “De Cosme” pur cosciente di non aver alcuna speranza di terminare gli studi. Infatti abbandonò il ginnasio dopo appena due mesi, per dedicarsi al lavoro ed ottenere il denaro che sarebbe servito alla sua famiglia.
Quarto di 5 figli, già all’età di 12 anni deve fare da aiutante alla maggior parte dei negozianti del rione (calzolaio, barbiere, salumiere, falegname, ecc ). A 16 anni trova lavoro come tagliatore modellista di calzature e, risparmiati alcuni soldi, inizia a dedicarsi a una passione che da un po’ cresceva in lui, l’avanspettacolo.
Assisteva a tutti gli spettacoli che arrivavano nei cinema e nei teatri minori di Palermo (l’Orfeo, il Panormus, il Maqueda) dove poteva entrare gratis come “claquer“.
Il suo grande idolo era Totò, dal quale ha tratto spunto per una delle sue prime gag: nel ’37 Totò si stava esibendo in “Agata“, un classico dei numeri di varietà, e una battuta era “Agata, guarda, stupisci!”, al che uno spettatore incautamente rispose, trasformandola in “stu’ pisci“. Da questo piccolo “incidente” nacque “Agata“, uno dei cavalli di battaglia dell’avanspettacolo di Ciccio Ingrassia, che, dopo aver frequentato le sale dove artisti minori proponevano i loro numeri, cominciò ad inventarsi un personaggio su misura: si esibisce in macchiette intrattenendo il pubblico con battute e gag improvvisate a seconda della situazione.
Un altro espediente comico era la sua fisicità: alto, magro, vestito con un pantalone corto e un cappelletto stretto, era già questo a garantire una risata. Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale forma con 2 amici (uno di questi era Enzo Andronico, un attore che comparirà in molti film di Franco e Ciccio; l’altro comico Ciampolo) il trio Sgambetta.
Tra Settembre e Ottobre del 1944 debuttarono a Termini Imerese. Nel 1945, quando gli americani liberarono l’Italia, il trio Sgambetta approdò anche al nord, iniziando da Torino, città in cui Ciccio ebbe modo di lavorare con l’allora esordiente Gino Bramieri, poi ancora Pescara, Foggia, toccando molti teatrini di provincia.
Gli inizi teatrali furono molto duri, visto come sfondo lo scenario del dopoguerra delineato da profonda miseria, quindi la maggior parte delle persone non poteva permettersi di andare in teatro. Così sia per Ciccio che per Franco i primi anni da artisti sono all’insegna della fame e della povertà, ma le difficoltà comunque non scoraggiano affatto i due attori siciliani. Ciccio perfeziona il suo personaggio e crea nuove parodie e nuovi numeri costruendosi già un nome all’interno del mondo dello spettacolo.
Avverrà solo nel 1954, il fatidico incontro tra Ciccio e Franco, con il quale debutta in coppia. I due si conoscevano di vista già da tempo; allora Franco guardava con un senso di ammirazione e di rispetto Ciccio, visto che in ambito teatrale aveva già una certa esperienza.
L’occasione per debuttare insieme avvenne quando il capocomico della compagnia di avanspettacolo “Pasquale Pinto”, Giuseppe Pellegrino di Catania, propose a Ciccio di sostituire uno dei suoi comici, nello spettacolo che dovevano fare in Sicilia. Ciccio propose a Pellegrino di assumere Franco al suo posto. Inizialmente il capocomico non voleva scritturare Franco, ma in seguito alle insistenze, Pellegrino accettò, a patto però che venisse anche Ciccio. Avvenne così il gran debutto nel teatro “Costa” di Castelvetrano presso Trapani. Da qui,iniziò una lunga collaborazione che li portò al successo, realizzando insieme ben centotrentadue film.
Per celebrare questo grande della comicità, si terrà, proprio pggi, una manifestazione presso il teatro della Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo, alla quale prenderà parte anche il sindaco, Leoluca Orlando. L’evento rientra nell’ambito della rassegna cinematografica “Franco e Ciccio…una risata tra 4 mura“, offerta ai detenuti da Giuseppe Li Causi (storico di Franco e Ciccio) e da Lino Zinna (conosciuto come il sosia ufficiale di Domenico Modugno).
Per l’occasione, verrà proiettato il docufilm di Ciprì e Maresco, “Come inguaiammo il cinema italiano” del 2004. Al termine della proiezione, seguirà un dibattito moderato dal regista Daniele Ciprì e dal direttore del Centro Sperimentale siciliano di Cinematografia, Ivan Scinardo.