Il coraggio non si misura in dollari, in euro, né in chilometri o in centimetri. Ancor meno impugnando le armi e troneggiando sulla paura inferta in un paio d’occhi indifesi attraverso la minaccia di un’arma.
Il coraggio non conosce dimensioni e proporzioni, perché personifica l’estensione più estrema ed appagante della libertà.
Della vera libertà: di pensiero, d’espressione, di sentimento, di essere, d’agire e reagire.
Quella che respira attraverso il coraggio e che per assicurarsi la sopravvivenza necessita di coraggio. Ancora e sempre.
#ilcoraggiodi credere in ciò che si è e nella fermezza delle proprie idee, distaccandosi dalle zavorre ideologiche e dai fardelli pregni di remore e privazioni che, da sempre, contraddistinguono il susseguirsi degli eventi, storici e sociali, che si disegnano lungo il cammino di un uomo, in quanto singolo individuo e dell’essere umano, in quanto “parte del tutto”, inteso e percepito come identità che si riconosce come appartenente all’umanità, quindi all’insieme di anime che popolano il mondo e dalle cui varie e complesse interazioni scaturiscono le dinamiche che cambiano, contraddistinguono e diversificano il mondo stesso giungendo a “scrivere la storia”.
Non si è mai veramente liberi se non si impugna il fermo desiderio, necessario ed imprescindibile di afferrare #ilcoraggiodi rivendicare, in quanto essere umano, il proprio senso d’appartenenza all’umanità, invocando il diritto di “vedersi riconoscere quei diritti”, primitivi, basilari, irrinunciabili, alla base del viver civile e che allineano tutti gli individui lungo lo stesso gradino.
#ilcoragggiodi professare che tutti gli uomini sono uguali, a prescindere dal colore della pelle e della squadra di calcio alla quale si giura amore eterno, tralasciando il Dio al quale si rivolgono le preghiere, a dispetto del sesso della persona che si ama e della corrente politica più confacente alle proprie convinzioni in materia, quel coraggio personifica la forma più elevata di libertà.