Un agguato che ha scosso profondamente le coscienze dei napoletani, quello consumatosi lo scorso venerdì al Rione Sanità.
Superato lo choc che anima puntualmente gli attimi successivi all’insorgenza di un episodio di brutalità consistente, a tenere banco, oltre al dibattito sulla questione sicurezza, sono le indagini volte a far luce sull’agguato.
Un’esecuzione mirata a colpire e sgominare un intero clan, quello dei Vastarella.
Questo il messaggio di morte consegnato dai sicari, almeno due che hanno agito grazie alla complicità di altre due persone che guidavano gli scooter con i quali sono arrivati sul luogo dell’agguato, rivelatosi mortale per due pregiudicati e che ha portato al ferimento di altre tre persone.
Un raid compiuto tra decine di persone, tra cui anche diversi bambini, in un circolo.
La rapidità dell’azione e la ‘precisione’ dei killer fa capire che i mandanti avevano deciso di mettere in ginocchio la cosca dei Vastarella. Famiglia cui appartengono il morto Giuseppe Vastarella, di 42 anni, il cognato Salvatore Vigna, di 41 anni, altra vittima. Due feriti portano il cognome Vastarella, Dario ed Antonio, di 33 e 24 anni mentre il terzo ferito viene comunque ritenuto vicino alla famiglia. A scatenare la ‘guerra’ forse una cosca emergente, pronta a farsi largo partendo dalla periferia per la conquista di spazi nel centro storico, anche dopo i colpi assestati dalle forze dell’ordine.
La giornata di ieri è stata animata da perquisizioni in abitazioni di pregiudicati, posti di blocco e interrogatori: per tutta la notte tra venerdì e sabato si sono protratte le indagini della Polizia.
Dopo la mobilitazione sul luogo dell’agguato da parte degli attivisti di “un Popolo in cammino” il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, ha invitato i sacerdoti della Diocesi a recitare durante le Messe che verranno celebrate oggi una preghiera che ricorda “la violenza e il lutto che hanno colpito il Quartiere della Sanità. L’agguato di venerdì sera, che ha causato due morti e tre feriti provoca – aggiunge il Cardinale – dolore e lutto per la Diocesi intera”.
“Dio, illumina le menti malate di quanti, affiliati a quella camorra che non conosce la via del pentimento e della risurrezione, perseguono la via della morte”, si legge nel testo della preghiera.