E’ stata scarcerata dal Tribunale del Riesame Fausta Bonino, 56 anni, l’infermiera accusata dell’omicidio di tredici pazienti all’ospedale di Piombino.
La donna ha lasciato il carcere Don Bosco di Pisa dopo 21 giorni di reclusione, dove è stata prelevata dal marito, Renato Di Biagio. Il rilascio dell’infermiera 55enne, che risiede in Toscana dagli anni ’80, assesta un duro colpo all’impianto accusatorio messo insieme dai carabinieri dei Nas.
La donna ha ribadito con fermezza la sua innocenza:«No. Assolutamente non avrei potuto fare una cosa del genere», assicura, convinta poi «che un serial killer» nel reparto di rianimazione di Piombino, «non esista… anche conoscendo le mie colleghe», aggiunge dicendo ai familiari delle vittime «di averli nel cuore», di essere «dispiaciuta», ma «che assolutamente» non è stata lei. Ora ricomincia ad avere fiducia anche nella giustizia: «l’avevo persa» ma, dopo il tribunale del riesame, «comincio a riavere fiducia nella giustizia. Fino a quel momento non ce l’avevo più».
«Io sono veramente nata per fare l’infermiera e l’ho fatto proprio con passione, il mio lavoro veramente», queste le parole che la donna ha aggiunto in un’intervista trasmessa dal programma televisivo di rete4 `Quarto Grado´. Fausta Bonino ha sentito, dalla tv, tutte le accuse che le venivano rivolte: «questo serial killer, tutte queste cose… per due giorni ho pianto. E il mio pensiero era che avessero preso una bella cantonata… di non tirarmene fuori…», ha detto l’infermiera.
Ricordando gli interrogatori poi, fa riferimento al pm Massimo Mannucci, titolare dell’inchiesta: «Mi ha trattato proprio malissimo, da criminale… e continuava a dirmi che potevo essere fuori di testa, che poteva esserci una fuori di testa che faceva queste cose… – prosegue l’infermiera -. Quando te lo senti dire per tre interrogatori, il primo di 6 ore, il secondo di 5, l’ultimo non mi ricordo se era di 4 o di 5 ore… hanno cominciato a dire che ero fuori di testa, visto che prendevo le pasticche per l’epilessia. Mi è venuto spontaneo dire a mio marito: `Avrò mica avuto dei momenti…´». E prosegue raccontando: «Mi dicevano: `Lei, se vuole venire fuori da questa situazione, non deve dire che è innocente. Lei deve dire che non si ricorda e molto probabilmente che ha fatto qualcosa senza ricordarlo´. Ti fanno il lavaggio del cervello, veramente... ti fanno dubitare di te stessa».
Dopo la notizia della scarcerazione di Fausta Bonino la reazione più scontata è stata lo sbigottimento, specie tra coloro che piangono i loro cari, e che hanno già subito lo shock inaspettato di sapere che erano stati uccisi dal farmaco killer, affiorano così i primi dubbi: «Io – dice Luigi Coppola, il nipote di Mario, una delle presunte vittime dell’infermiera a 82 anni – aspetto la giustizia e se incontrassi quella donna per strada non direi nulla. Credo che, comunque siano andate le cose, gli avvenimenti delle ultime settimane siano stati un enorme scossone per tutta la sua famiglia. Sia che lei sia innocente, sia che abbia davvero ucciso i nostri cari, perché vorrebbe dire che la sua stabilità è compromessa, che è gravemente malata».