Un quarantenne napoletano, nel tentativo di risolvere i suoi problemi economici, ha messo in vendita un rene.
«Ci sono stati altri casi analoghi nel corso degli ultimi anni e per questo motivo può apparire come una storia che non fa notizia. Ma, a pensarci bene, è ancora più importante. Perché un fatto del genere, fino ad un anno fa, lo si poteva comprendere in quanto l’Italia era “ufficialmente” in piena crisi e quindi lo stato di necessità era “certificato”. Oggi invece l’Italia, così come afferma il governo, si sta riprendendo alla grande e il fatto che qualche cittadino riversi ancora in situazioni economiche così disperate desta enorme scalpore… agli occhi di chi non vive la realtà!» A parlare è Giulio Catuogno, Segretario Generale Provinciale di Napoli del sindacato indipendente di Polizia Co.I.S.P.
La vicenda di quest’uomo, disposto a vendere un organo pur di riuscire a risollevarsi dalle preoccupanti e gravose condizioni di disagio economico, la dice lunga sulla tanto sbandierata ripresa del paese.
«A volte nel sentir parlare i nostri politici, si ha l’idea che vivano in una dimensione parallela, molto distante dalla realtà» afferma Catuogno.
«In quel mondo dove tutto appare perfetto sembra, però, ci vivano solo i membri del nostro esecutivo, perché la vita vera è ben altro!» dichiara il Segretario del Co.I.S.P. partenopeo. E continua : «Non entriamo nel merito morale di un atto come questo, ma di sicuro non ci viene da biasimare il gesto di quest’uomo. Perché possiamo comprenderne la disperazione. E ancor più possiamo comprendere la sensazione di abbandono che lo pervade. Un abbandono da parte di uno Stato che pare, ormai, interessarsi solo di “grandi” progetti, di “grandi” sogni, ma che ben poco fa per i cittadini. Uno Stato rappresentato da un governo che continua a dichiarare che siamo in forte ripresa ma che in effetti non ha fatto nulla se non continuare a confermare i tagli trasversali tanto alla sanità quanto, all’istruzione e ancor più alla sicurezza. Paralizzando ulteriormente ogni ambito!»
«La ripresa, quella vera, – conclude Catuogno – c’è stata solo grazie all’impegno di quegli uomini e quelle donne che, nonostante siano malpagati e spesso hanno visto calpestati e stracciati i loro diritti fondamentali, hanno continuato ad impegnarsi nel loro ambito perché credono in ciò che fanno. E ci mettono passione. Speriamo solo che questo governo non pretenda che questi uomini e queste donne, per continuare il loro lavoro, debbano anch’essi mettere in vendita un organo per far ulteriormente fronte alle mancanze dei governanti».