Ci dicevano che le trivelle erano per i posti di lavoro, e invece sembra fossero per far fare milioni al compagno della Ministra che per lo scandalo si è dovuta dimettere.
Ci dicevano che il petrolio ora è sicuro e in pochi giorni un oleodotto ha ceduto in Francia e una petroliera si è spezzata in due, a Taiwan, versando centinaia di tonnellate di greggio — disastri che nessuno può escludere domani nell’Adriatico.
Questa ultima settimana è fondamentale: gli ultimi sondaggi dicono che il 47% degli italiani andrà “sicuramente a votare”.
Il dibattito sul referendum contro le trivelle in questa settimana è esploso ma ci sono ancora troppe persone che non sanno che si vota, quando e perché è importante farlo. Nel 2011 vincemmo i referendum per l’acqua pubblica e contro il nucleare per pochi punti percentuali, e sarà la mobilitazione di questi ultimi 3 giorni a decidere se ce la faremo anche contro le trivelle.
Dicono che si perderanno posti di lavoro ma i posti creati dal settore rinnovabile, sono almeno quattro volte superiori a quello dell’industria degli idrocarburi. Francia e Croazia hanno appena annunciato moratorie contro le trivelle nel Mediterraneo e se vince il Sì in Italia tutte le piattaforme esistenti entro le 12 miglia dalla costa dovranno fermarsi appena terminate le concessioni. Una decisione che potrà finalmente spingere il nostro paese all’avanguardia verso un mondo ed una economia ad energie pulite.
Mancano 3 giorni al referendum per fermare le trivelle e dopo che la Ministra Guidi si è dimessa gli ultimi sondaggi dicono che il quorum è possibile.
Se il 17 aprile vincerà il Sì:
- Tutte le piattaforme e le trivelle entro le 12 miglia dovranno fermarsi una volta esaurite le concessioni;
- Spingeremo l’Italia ad accellerare la transizione alle energie rinnovabili nei prossimi anni, come ci siamo impegnati a fare firmando l’accordo di Parigi;
- Smetteremo di mettere a rischio i nostri mari e le nostre coste per estrarne pochissimo gas e petrolio, solo il 3% del nostro fabbisogno energetico;
- Contribuiremo a creare sviluppo e lavoro: i posti creati dal settore rinnovabile, sono almeno quattro volte superiori a quello dell’industria degli idrocarburi.
- Metteremo fine ad un’anomalia della legge italiana che, solo per l’industria degli idrocarburi, prevede la concessione di una risorsa pubblica, i nostri mari, senza limiti di tempo prestabiliti. Addirittura in contrasto con le direttive europee.