Omicidio volontario continuato; questo il reato contestato all’infermiera 55enne residente a Piombino, accusata di aver ucciso 13 persone in meno di 24 mesi. Quasi una persona ogni trenta giorni.
L’indagine è scattata dopo un monitoraggio della situazione nel reparto in cui lavorava l’infermiera effettuato dai militari del Nas. Qui, infatti, era stato registrato un numero di decessi anomali.
La presunta killer si chiama Fausta Bonino, è di origini piemontesi ma da molti anni vive e lavora in Toscana. Avrebbe colpito ben tredici volte, secondo i carabinieri dei Nas e la procura di Livorno, che per mesi hanno condotto le indagini utilizzando videocamere per le intercettazioni ambientali e sequestrando materiale definito altamente compromettente durante alcune perquisizioni all’ospedale e nella casa dell’accusata.
La donna – che a quanto risulta soffriva di depressione e faceva uso di alcol e psicofarmaci – è stata arrestata nella tarda serata di mercoledì, all’aeroporto di Pisa, mentre rientrava da una vacanza con il marito, a conclusione dell’operazione denominata «Killer in corsia».
Dopo l’arresto, davanti alle forze dell’ordine, la donna non ha proferito parola. Gli omicidi sarebbero stati compiuti nell’Unità operativa di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Piombino. E sarebbe proprio qui che i carabinieri avrebbero trovare le prime prove dei delitti e i farmaci con i quali la donna decideva di far morire i pazienti in cura. Alcuni in condizioni gravissime, altri invece in via di guarigione. Le vittime erano persone di età compresa tra i 61 e gli 88 anni e in nessun caso si trattava di malati terminali.
Tutte le morti, secondo l’accusa, avrebbero un fattore comune: sarebbero state provocate da iniezioni letali, non per fini terapeutici, di «eparina», un farmaco anticoagulante molto usato negli ospedali, che sarebbe stato trovato durante le perquisizioni ma anche dopo analisi sulle vittime. Il farmaco avrebbe causato rapide, diffuse e irreversibili emorragie con decessi conseguenti. Le analisi hanno riscontrato concentrazioni di eparina di anche 10 volte sopra la norma.
“Questo episodio mette in evidenza ancora una volta la necessità di una tutela particolare per le persone anziane e più fragili che alle strutture sanitarie affidano la loro esistenza. Va difeso con tutte le nostre forze il valore della vita, in qualsiasi fase, compresa quella dei malati terminali. La difesa della vita è un valore insopprimibile“, ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. “Le notizie che trapelano sull’attività dell’infermiera di Piombino descrivono una pratica agghiacciante, orrenda“, ha concluso poi, rivolgendo un “ringraziamento particolare ai Carabinieri del Nas che l’hanno arrestata“.
Attualmente i militari che conducono le indagini stanno cercando di far luce sulle motivazioni che hanno portato agli insani gesti della donna.