Nessuno pensava che sarebbe accaduto ed, invece, a dispetto di qualsivoglia pronostico ed aspettativa, Attilio Befera, ex numero uno di Equitalia, si è presentato nel Tribunale di Modena per prendere parte al processo originato proprio da una querela da lui inviata a Mauro Merlino, un disoccupato modenese, consequenziale ad un video postato su Youtube nel 2012.
Merlino, in quel filmato, affermava che Equitalia andava denunciata per istigazione al suicidio.
Da allora, da quando ha ricevuto quella querela, la vita di Mauro è cambiata radicalmente.
Tuttavia, Mauro ha voluto tramutare quella “minaccia” volta a redarguire quella condotta, in una protesta civile che ha accolto supporto ed adesioni da parte di migliaia di italiani e nelle ultime settimane, Mauro ha atteso il processo di oggi, intraprendendo lo sciopero della fame ed ha trascorso le ultime 30 ore in piedi, in piazza Mazzini, a Modena, nei pressi del tribunale, con le mani legate e portando avanti lo sciopero della fame e della sete.
Quest’oggi, insieme a tanti altri”inascoltati”, prima del processo ha dato luogo ad una manifestazione silenziosa in memoria delle vittime della crisi che, sopraffatto dai debiti, hanno individuato nel suicidio l’unica via d’uscita.
È così, dopo aver disertato le prime due udienze, l’ex numero uno dell’ente di riscossione, quest’oggi, non poteva esimersi dal presenziare in aula, poiché era chiamato a deporre in quanto testimone dell’accusa.
In aula si discute del video: di quella frase e dell’immagine di una esplosione, a dire di Befera, rivolta contro Equitalia, secondo Merlino, dal valore meramente simbolico, in quanto, non ha mai augurato la morte a nessuno.
Al termine della deposizione, Befera se ne va senza rilasciare dichiarazioni: “Quando si tratta di Giustizia non c’è bisogno di commentare”, aveva preannunciato prima di entrare in aula.
La prossima udienza si terrà il 7 giugno.
Intento, oggi, “la voce degli inascoltati” ha ottenuto un primo, importante e significativo successo e soprattutto, la forza, il coraggio, i principi, la morale di Mauro Merlino, nonché la sua cruda ed incisiva protesta, silenziosa, ma capace di smuovere le coscienze in maniera assai più devastante di una fragorosa “esplosione”, hanno trovato riscatto nel primo cruciale passo di un processo volto a rendere giustizia alla libertà di espressione di tutti gli “inascoltati”, in nome dei quali Mauro sta portando avanti la sua sentita battaglia.