La sera del 23 dicembre 1984 un ordigno esplode sul treno rapido 904, nei pressi della località di San Benedetto Val di Sambro. Muoiono diciassette persone, i feriti saranno duecentosessantasei. Il treno era partito da Napoli con direzione Milano, carico di viaggiatori di rientro per le imminenti festività.
Per le modalità organizzative ed esecutive, nonché in relazione ai personaggi coinvolti, l’attentato è stato indicato dalla Commissione Parlamentare sul Terrorismo come il punto di collegamento tra gli anni di piombo e l’epoca del terrorismo di matrice mafiosa. Il treno viene fatto esplodere alle 19.08, la detonazione è prodotta da una carica di esplosivo radiocomandata e posta su una griglia portabagagli lungo il corridoio della 9ª carrozza di II classe. L’ordigno era stato collocato sul treno durante la sosta presso la Stazione di Firenze.
Nel maggio 2013 la procura di Firenze chiede il rinvio a giudizio per Totò Riina quale “mandante, determinatore e istigatore della strage”, inquadrando l’attentato nell’ambito di quella strategia che cercava di distogliere l’attenzione dello Stato dalle attività di Cosa Nostra in Sicilia. Il 13 maggio 2014 il Tribunale di Firenze fissa la data dell’udienza preliminare ai danni del boss di cosa Nostra Totò Riina accusato di essere il mandante della strage del treno 904. Il nome di Riina è emerso nel 2010 dalle testimonianze di alcuni pentiti. Secondo le indagini la tecnica usata in questa strage è la stessa che verrà usata nelle successive stragi degli anni 90.
Il 25 novembre 2014 si avvia il processo nei confronti del boss di cosa nostra Totò Riina ritenuto il mandante della strage del rapido 904. Riina ha chiamato a testimoniare Marco Minniti sottosegretario con delega ai servizi segreti e Gianpiero Massolo direttore del Dis dopo la decisione del premier Renzi di aprire gli archivi dei servizi sulle stragi.
Alcuni familiari appartenenti all’associazione delle vittime e dei feriti della strage del rapido 904 si sono costituiti parte civile nel processo. L’associazione “Libera” è stata ammessa come parte civile. Ad aprile 2015, il capo dei capi di Cosa Nostra, Totò Riina, viene assolto da quest’accusa. Trent’anni dopo l’attentato, per la giustizia i colpevoli restano ‘solo’ i mafiosi Pippo Calò, Guido Cercola e Francesco Di Agostino, e un artificiere tedesco, Friedrich Schaudinn, tutti già condannati.
In occasione del 29° anniversario della strage del rapido 904, alle 13 in punto del 23 dicembre 2013, viene deposta una corona di fiori al binario 11 della stazione centrale di Napoli in memoria delle 16 vittime.
In occasione del trentennale della strage, numerosissime le iniziativa in memoria delle vittime della strage.