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Il fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, tra incertezze e polemiche

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
20 Marzo, 2016
in In evidenza, News
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Il fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, tra incertezze e polemiche
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arton15007La legge n.10 del 26.2.2011 all’art.1 comma 6 sexies ha unificato nel Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell’usura i preesistenti Fondi:

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  • Fondo di solidarietà alle vittime delle richieste estorsive e dell’usura, istituito con D.P.R. 455/99. con cui è stata attuata l’unificazione dei preesistenti Fondo di Solidarietà per le vittime dell’usura e Fondo di solidarietà per le vittime delle richieste estorsive, disciplinati rispettivamente dalle leggi 108/96 e 44/99;
  • Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, istituito con legge n. 512/99. Chiunque abbia subito un danno patrimoniale e/o non patrimoniale, riconosciuto con sentenza emessa a carico di soggetti imputati dei reati di cui all’art. 416 bis del c.p.p., può fare richiesta di accesso al Fondo di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e conseguire con delibera del Comitato di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso, in presenza dei presupposti e dei requisiti di legge, il risarcimento dei danni liquidati in sentenza. Lo stesso beneficio è riconosciuto agli eredi della vittima deceduta. Permangono peraltro, quali organi del Fondo “unificato”, i due distinti Comitati di solidarietà, che hanno sede presso il Ministero dell’Interno, presieduti da un Commissario di nomina governativa, con funzioni deliberanti.

Questo è quanto previsto dalla legge in relazione ai diritti che dovrebbero essere garantito alle vittime INNOCENTI – è doveroso sottolinearlo – delle mafie, ma in virtù di quanto sta accadendo avvalersi del condizionale è d’obbligo. La polemica incalza, soprattutto nelle ore in cui si susseguono le cerimonie di commemorazione delle vittime innocenti della criminalità.

“Con grande sconcerto registriamo la decisione della Commissione Bilancio della Camera dei deputati e del Governo di non aver recepito e approvato nessuno dei due emendamenti alla Legge di Stabilità riguardanti la memoria delle vittime di mafia e i diritti dei loro familiari. Nessuna giustificazione per la relativa copertura finanziaria può essere accettata visto che non meno di due mesi fa lo stesso Governo ha provveduto al taglio di circa 50 milioni di euro dal fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell’usura. Ci rivolgiamo direttamente al Governo e a tutte le forze politiche affinché in queste ore possano trovare le soluzione adeguate per riconoscere i benefici previsti dalle norme sulle 150 ore per i familiari impegnati a portare la loro testimonianza in tutto il paese e le risorse necessarie perché vengano riconosciuti i diritti dei familiari delle vittime di mafia uccise prima del 1961.” E’ quanto si legge in una nota a firma di oltre 600 familiari di vittime di mafie aderenti a Libera in riferimento alla mancata approvazione di due proposte emendative alla Legge di stabilità, riguardanti la memoria delle vittime di mafia e i diritti dei loro familiari.

“Continuo a pensare che nel giorno dell’anniversario della morte di don Peppe Diana se ne debba ricordare la generosa battaglia contro il potere della camorra, testimoniando l’unità del Paese nella lotta alle mafie anziché polemizzare tra istituzioni”, ha concluso Bindi. “Martedì prossimo nell’audizione con il ministro dell’Interno Angelino Alfano chiariremo anche le questioni relative al Fondo per le vittime di mafia. Non ci risultano sospensioni nell’erogazione dei fondi, che nel corso del 2015 sono aumentati del 55%, mentre da ottobre 2015 al febbraio 2016 sono stati già deliberati risarcimenti per oltre 20 milioni di euro. Su questo fronte, la Commissione Antimafia ha svolto e svolge un attento monitoraggio”.

Così la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi, interviene sulle polemiche scaturite in occasione della cerimonia di commemorazione della morte di don Peppe Diana, sacerdote ucciso a Casal di Principe dalla camorra 22 anni fa.

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