I detenuti del carcere di Secondigliano incontreranno, lunedì 21 marzo alle ore 15, il regista, sceneggiatore e saggista Roberto Faenza a coronamento di un percorso laboratoriale incentrato sui film del maestro torinese. L’incontro si inserisce all’interno della rassegna di cinema che Arci Movie sta curando nell’ambito dell’l’iniziativa “Napoli Dentro&Fuori”: una rassegna di incontri e laboratori (cinematografici, letterari e filosofici) promossa nei penitenziari di Poggioreale e Secondigliano dalla Fondazione Premio Napoli in collaborazione con il portale NapoliClick, progetto editoriale del gruppo di imprese sociali Gesco.
Grande partecipazione dei detenuti ai laboratori, studiando sceneggiature, personaggi, tema e soggetto
“Anita B”, “Sostiene Pereira” e “Alla luce del sole” sono i tre lungometraggi visionati dai detenuti di Secondigliano: tre film tratti da altrettanti romanzi che affrontano temi molto diversi tra loro: dalle drammatiche esperienze nei campi di concentramento alle violenze del regime salazarista sino alla tragedia delle mafie. Grazie a schede informative, i detenuti hanno potuto studiare i singoli film nel dettaglio: personaggi, situazioni, sceneggiatura, tema e soggetto prima di incontrare Faenza. “La partecipazione, circa un centinaio di detenuti, è sempre stata attenta, nel corso degli appuntamenti le osservazioni, le domande, le curiosità ci hanno sorpresi, il dibattito a volte si è fatto emozionante e coinvolgente” racconta Imma Colonna presidente del consiglio direttivo di Arci Movie.
Dopo Secondigliano, la rassegna cinematografica promossa da Arci Movie si sposterà a Poggioreale con la proiezione dei film di Stefano Incerti.
Napoli Dentro e Fuori è un laboratorio permanente di attività con l’obiettivo di mettere in contatto la Napoli di fuori con la Napoli di dentro in un dialogo costruttivo e di crescita reciproca. E’ questa l’idea lanciata dalla Fondazione Premio Napoli in collaborazione con il portale NapoliClick. Un laboratorio sperimentale collettivo aperto che rappresenta un’innovazione nel sistema penitenziario e che vuole mostrare la sensibilità non solo di chi offre i propri servizi e le proprie competenze ma anche degli istituti che a loro volta promuovono buone prassi volte all’integrazione con il territorio e con tutta la comunità civile.
“L’arte è una cosa che si dona – conclude Gabriele Frasca, presidente della Fondazione Premio Napoli – siamo dunque contenti di fare questo dono alla città di Napoli ma oggi siamo qui per dichiarare apertamente la necessità d’intervento da parte delle istituzioni comunali e regionali per far sì che questa iniziativa vada avanti. La sfida è trasformare queste attività in permanenti e di essere affiancati da qualcuno che le renda programmazione consueta all’interno dei penitenziari”.