Passato lo choc e superato lo sgomento per l’ennesimo, crudo delitto consumatosi davanti agli occhi di tutti, tra le strade del quartiere Ponticelli non si parla d’altro che del possibile movente alla base dell’agguato di Mariolino Barometro, meglio conosciuto come Manlio, l’agente della polizia municipale ucciso in un agguato lo scorso martedì, 8 marzo, in via Fratelli Grimm, nei pressi della cremeria del suocero.
Manlio era una persona ben conosciuta nel quartiere, non solo perché aveva prestato servizio per tanti anni a Ponticelli, ma non era “chiacchierato” per questo motivo.
Chi lo conosceva bene, i colleghi e i suoi concittadini, lo ricordano come una brava persona, anche se, tra la rispettosa commemorazione e la curiosità di vederci chiaro in merito alle motivazioni che hanno decretato la sua stessa morte, si fanno spazio tanti “però”.
Non ha senso accondiscendere al famoso principio secondo il quale quando si muore tutte le colpe vengono espiate e diventiamo tutti buoni.
Manlio non era un criminale, questo è certo, ma la sua condotta è sempre stata piuttosto chiacchierata. Quello che ha sempre destato stupore e scetticismo tra chi lo conosceva era la cospicua disponibilità economica che poco e male si addiceva ad un “semplice” vigile urbano.
Manlio ostentava una facoltosa ricchezza: case, auto, moto, vacanze ma, soprattutto, appena poteva, tirava fuori dalla tasca il porta-soldi che esibiva in bella mostra “le carte da cinquecento euro”, quelle che la gente comune vede ritratte solo in foto, in quanto, emblema di un’indisponibilità dilagante e oggettiva.
Un uomo cordiale, nulla da eccepire, ma quella condotta risaltava agli occhi dei colleghi e non solo.
E non è tutto. Intorno all’omicidio di Mariolino Barometro si sta delineando, a tratti sempre più marcati, il disegno della camorra. E non solo per la modalità d’esecuzione.
Un killer avvicina Manlio, mentre si intratteneva all’esterno della cremeria del suocero in via fratelli Grimm ed esplode i primi colpi d’arma da fuoco contro l’agente. L’uomo tenta di fuggire, per sottrarsi a quel verdetto di morte, ma vene raggiunto dal sicario che gli spara ancora. Inutile la corsa al vicino ospedale Villa Betania, Manlio è morto dissanguato, in virtù dell’entità delle ferite riportate.
Un’autentica esecuzione, chi ha sparato lo ha fatto per adempiere a un ordine ben preciso: sparare per uccidere ed uccidere proprio Manlio.
Un’estorsione: questo il palpabile movente.
Inoltre, dalle indagini investigative avviate per far luce sull’omicidio, Barometro era finito al centro di una delicata inchiesta della Direzione distrettuale antimafia su un presunto giro di estorsioni nel Giuglianese.
Mariolino Barometro era finito nel registro degli indagati e qualche giorno fa la Procura gli aveva notificato un avviso di conclusione delle indagini, con contestuale richiesta di rinvio a giudizio. Il comando della Municipale per questo aveva anche predisposto un provvedimento di sospensione dal servizio.
“Quando navighi in certi mari, peschi questi pesci”: questo è quanto recita un antico proverbio napoletano da più parti e in più circostanze proposto per sintetizzare la storia di Manlio.