È uscito lo scorso 23 febbraio “Un posto all’inferno”, il progetto musicale nato da un’idea di Ivanò e Quattro Fasi e che avrebbe dovuto portare alla produzione di un ep, poi, l’insorgenza di vari problemi lavorativi, musicali e personali hanno reso possibile la produzione di solo due tracce.
Un lavoro comunque apprezzabile capace di fondere l’hardcore di Ivanò alle produzioni “super pazze” di quattro fasi, dando luogo a un’esperienza musicale dalla quale entrambi gli artisti sono usciti galvanizzati e reciprocamente arricchiti.
“Un Posto all’inferno parla della mia metà più aggressiva e impulsiva: – spiega Ivanò – quella metà che scrive i testi, ma non si prende mai meriti, quella metà che difficilmente si mostra con gli altri. La parte di me che non amo mostrare spesso, ma che è comunque parte integrante della mia vita e in alcune occasioni si rivela importantissima. Abbiamo lavorato tanto a questo video ci abbiamo messo cuore e a Evoluzione Feat Hito (it’s Classic Studio) parla di certe soluzioni ed emozioni nelle quali tanti miei coetanei e non solo possono rispecchiando, perché raccontano esperienze condivise e sensazioni comuni a molti. Ho deciso di intraprendere questa esperienza musicale con 4 fasi e tutto il resto dello staff anche per sperimentare me stesso su altri suoni, approcciando anche con un’altra tipologia di video perché volevo che il messaggio che passi sia questo: possono cambiare i beat, il sound e i Bpm ma lo stile, no e sempre quello della serie: “Tengo’ ‘o classico’ int’ o cor’, ma rap p’ tutt’ part’!”
Ma, il brano, è anche un canto di denuncia che accende i riflettori su tematiche che talvolta ci toccano solo in maniera trasversale, come, ad esempio, l’accezione di senso negativa che di riversa sulla musica techno da club derivante dal fatto che nell’ambito di quel genere di party circoli spesso droga, costringendo, così, le emozioni e quanto di buono possa contraddistinguere quei contesti a passare in secondo piano.