Sarà una cerimonia laica,breve e sobria quella che darà l’addio a Umberto Eco,e che si terrà nel cortile della Rocchetta del Castello Sforzesco di Milano,domani 23 febbraio alle 15:00.
A farsi portavoce della famiglia dello scrittore,la moglie Renate e i figli Carlotta e Stefano,Mario Andreose, il suo storico curatore editoriale e amico. “Ci saranno dei brevissimi interventi dei suoi amici intimi e poi, magari, del rettore dell’Università di Bologna. L’ultimo saluto durerà al massimo un’ora. Poi il corpo di Eco sarà cremato”.
Da due anni lo scrittore lottava con un tumore al pancreas, ma aveva scelto, con l’avanzare del male, di non farsi ricoverare in ospedale cercando di condurre una vita il più possibile normale. Da dieci giorni però le sue condizioni erano peggiorate repentinamente fino alla morte giunta nella serata di venerdì scorso.
La scomparsa di Eco ha lasciato un vuoto enorme nel mondo della cultura, nella città di Milano dove viveva da decenni,negli studenti che hanno avuto la fortuna di seguire i suoi corsi e tra i lettori dei suoi libri e articoli.
Tante le manifestazioni di cordoglio arrivate tramite la tv,i giornali e i social network:
- Vittorio Sgarbi, che chiede funerali di Stato per “un testimone universale della grande civiltà italiana”.
- l’attore teatrale e drammaturgo, Moni Ovadia dice“Perdiamo un’epopea non solo un uomo. Umberto lascia più di un vuoto, una voragine”.
- “Ci ha lasciato un gigante” dice il ministro della Cultura Dario Franceschini.
- Françoise Hollande attraverso un tweet scrive “un immenso umanista, saluto la morte di un grande italiano che non ha mai smesso di essere un grande amico della Francia”.
- Roberto Saviano lo ringrazia citando l’ultima frase del Nome della Rosa, “nomina nuda tenemos.C’è stato quando, sconosciuto e in difficoltà agli inizi, la mia vita stava precipitando”.