“Nèlida aveva lunghi capelli neri. Le furono tutti rasati quando un medico condusse più interventi, che si rivelarono un inutile teatro di umana macelleria, al fine di rimuoverle un tumore al cervelletto. Così si spegneva, tradendo la sua bellezza. La natura conosce il suo destino di corruttibilità, di verità. Noemi usa l’inganno, quello di una bellezza che ha l’alito dell’artificio per sfidare la temporalità.”
Si ispira a “Della Seduzione”, un saggio di Baudrillard.
L’artificio supera l’identità e dona eternità a Nelida attraverso un diamante che è la sintesi del suo corpo ingannato e tradito dalla natura.
Un’orchidea nera abbraccia con i suoi petali “arti-ficiali”: l’anello.
La sua bellezza, cristallizzata a superare il tempo, diventa tutt’uno con il fiore.
La stessa eternità della natura trasformata e sublimata nelle sculture di Emi. Eros e Thanatos, l’erotismo in contrapposizione alla morte”.