Per capire davvero chi era Angelo Vassallo e cosa ha fatto per la sua terra è necessario andare a ritroso nel tempo e raccontare cosa era e come era Acciaroli prima che Angelo diventasse “il sindaco pescatore”.
“Il Mediterraneo” era un rudere arroccato sul mare, la piazzetta era un ammasso di asfalto irregolare che accoglieva una pompa di benzina. Anche tra il porto e il molo giaceva una pompa di benzina. I bar a ridosso dei quali ritrovarsi erano pochi, “ma buoni”, quelli che profumano di torte fatte in casa e a qualsiasi ora è possibile scorgere lo stesso tavolino che ospita i vecchietti del paese che discutono mentre giocano a carte. Zì Viola era un tenore il cui palcoscenico era la strada e Zì Achille sembrava proprio essere “il vecchio” del celebre romanzo di Hemingway. Chilometri di spiaggia incontaminata, sabbia fina e luccicante. E il mare. Splendido e disarmante, come il più prezioso degli smeraldi, limpido e galvanizzato dal profumo dei gigli marini.
Acciaroli non era un luogo di vacanza famoso per le sue attrattive, ma era un paese ricco d’amore. Un diamante grezzo, un privilegio per pochi eletti, quelli che sanno accontentarsi dell’essenza più autentica delle cose, quelli che non ricercano la frenesia, ma la forma più sentimentale della serenità.
Angelo Vassallo, in quegli anni, era uno dei tanti pescatori che nel cuore della notte diventano una luce che passeggia sul mare e di giorno una carrellata di mani che intrecciano le reti e scaricano cassette dalle quali scodinzola ancora qualche sporadico battito di pinne. Poi, il popolo, la sua gente, gli ha consegnato la fascia tricolore, ma la sua anima non ha mai smesso di essere quella di un lupo di mare.
Angelo disegna e scolpisce un volto più moderno alla sua Pollica, palesando l’indole di un sindaco poco avvezzo a badare alla forma, ma più abile a privilegiare la sostanza. Vassallo non verrà ricordato per i suoi discorsi logorroici ed articolati, né per i suoi modi smielati, ma per l’apprezzabilità della politica concretamente attuata tra gli sconfinati limbi di spiagge e le verdi e profumate colline di un piccolo e sommesso comune del Cilento.
Chi è stato e chi è, oggi, Angelo Vassallo, lo racconta suo fratello Dario, autore del libro che ha ispirato l’omonima fiction “Il Sindaco Pescatore” che andrà in onda il prossimo lunedì, 8 febbraio 2016, in prima serata su Raiuno.
“Angelo Vassallo era un semplice sindaco di un paese sperduto del Cilento – afferma Dario Vassallo – che con la sua lungimiranza lo ha trasformato da “terra di briganti” in terra di onestà e gente perbene. È stato uno dei pochi sindaci attivi realmente per cambiare il volto e le sorti del Cilento. La sua opera non è stata capita quando era in vita, forse, dopo la sua morte, grazie al lavoro compiuto dal sottoscritto, da mio fratello Massimo e dalla Fondazione a lui intitolata, l’importanza del lavoro di Angelo non è solo compresa, ma concorre a tenere vivo il suo ricordo e il suo esempio, ben oltre le mura del Cilento. Alain Faure, direttore degli studi politici dell’università di Grenoble, su “Le Monde” scrisse di mio fratello Angelo: “Il profeta assassinato, un uomo che aveva della politica una visione planetaria”, senza dubbio, una delle chiavi di lettura più appropriate. Angelo è stato capace di attuare un’autentica “rottamazione politica” in un luogo in cui, ciclicamente e tacitamente, si ripetevano gli stessi scenari con le affini dinamiche annesse. Purtroppo, dopo la sua morte, anziché proseguire lungo il sentiero che Angelo aveva tracciato, si è tornati alla politica di 50 anni fa.
Oggi, Angelo Vassallo, è un messaggio che percorre l’Italia e l’Europa, grazie al lavoro svolto dalla Fondazione. Angelo Vassallo era una rottura di scatole, come solo chi ha il coraggio di andare controcorrente sa esserlo, ancora oggi è considerato tale, ma alla prima del film, vogliono venire tutti. Lunedì prossimo si accenderanno i riflettori sulla sua storia, ma martedì tornerà tutto uguale a prima.”
Una fiction che non vuole “raccontare una storia”, bensì si ripropone di portare nelle case degli italiani un messaggio ben più forte: “Questo film è dedicato a tre sindaci: Lorenzo Rago, sindaco di Battipaglia scomparso in una fredda notte d’inverno del 53; Marcello Torre, sindaco di Pagani ucciso dalla camorra; Angelo Vassallo, il Sindaco Pescatore. Questo film è dedicato a tutti i sindaci e gli amministratori che ogni giorno si impegnano nel nostro Paese per il bene comune, e sono tanti. Infine, il film è per i nostri figli, perché se a loro non raccontiamo del passato non possiamo insegnare a guardare al futuro.”
“Questo film ci insegna che dietro la buona politica non può che esserci la poetica, la capacità di sognare. La politica può esser un luogo straordinario dove creare delle opportunità ma a volte è anche dove si rischia tantissimo…”: questo il commento a caldo di Sergio Castellitto interprete di Angelo Vassallo, durante la proiezione in anteprima del film, tenutasi a Roma, lo scorso venerdì 5 febbraio.
“Questo film è dedicato a tutte le persone che amano Acciaroli, anche se non l’hanno mai raggiunta fisicamente, ma hanno imparato ad amarla, nel modo più bello e spontaneo: attraverso la storia di Angelo Vassallo”: questo afferma una donna che in quella terra identifica una seconda casa e che dopo la morte di quel sindaco, conosciuto prima come pescatore, ha attinto una delle motivazioni più forti in grado di delineare la strada da perseguire attraverso il suo lavoro di giornalista.