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Zone rosse e zone gialle… E il Vesuvio sta a guardare!

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
23 Gennaio, 2016
in In evidenza, News
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Zone rosse e zone gialle… E il Vesuvio sta a guardare!

In attesa del piano di evacuazione.....

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Nell'ovale i Comuni di Napoli e provincia
Nell’ovale i Comuni di Napoli e provincia

Negli ultimi giorni, il timore, anzi la paura di una imminente eruzione del Vesuvio, ha ricominciato a serpeggiare sul web. Non è la prima volta e, come per il passato, anche ora è una notizia falsa. L’allarme è stato lanciato da alcuni siti che hanno diffuso titoloni esclamativi, sbugiardati poi da quanto affermato all’interno dell’articolo. Il solito mezzuccio per attirare lettori.

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Cosa è veramente accaduto? Il 19 gennaio scorso la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato la direttiva del Presidente del Consiglio che approva ufficialmente la nuova ZONA GIALLA, cioè l’area esterna alla zona rossa, esposta alla ricaduta di cenere vulcanica e di materiali piroclastici, già approvata il 9 febbraio 2015 con delibera della Regione Campania. I 63 Comuni interessati, appartengono alle province di Napoli e di Salerno: Agerola, Angri, Avella, Baiano, Bracigliano, Brusciano, Camposano, Carbonara di Nola, Casalnuovo di Napoli, Casamarciano, Casola di Napoli, Castel San Giorgio, Castellammare di Stabia, Castello di Cisterna, Cava de’ Tirreni, Cimitile, Comiziano, Corbara, Domicella, Forino, Gragnano, Lauro, Lettere, Liveri, Mariglianella, Marigliano, Marzano di Nola, Mercato San Severino, Meta, Monteforte Irpino, Moschiano, Mugnano del Cardinale, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Nola, Pagani, Pago del Vallo di Lauro, Pimonte, Pomigliano d’Arco, Positano, Quindici, Ravello, Roccapiemonte, San Marzano sul Sarno, San Paolo Bel Sito, San Valentino Torio, San Vitaliano, Santa Maria la Carità, Sant’Antonio Abate, Sant’Egidio del Monte Albino, Sarno, Saviano, Scala, Scisciano, Siano, Sperone, Striano, Taurano, Tramonti, Tufino, Vico Equense, Visciano e Volla. Del Comune di Napoli rientrano le circoscrizioni di Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio.
Assolutamente nessuna novità, se non la lentezza cronica della Protezione Civile e delle istituzioni coinvolte, che si è impadronita anche di un argomento così delicato come un vulcano attivo…..

Il gigante che dorme...
Il gigante che dorme…

La nuova ZONA ROSSA per l’area vesuviana, cioè l’area da evacuare in via cautelativa in caso di ripresa dell’attività eruttiva è stata definita il 14 febbraio 2014. In questa occasione i Comuni interessati sono passati da 18, quanti erano nel 2001, a 25. Nella stessa direttiva, per garantire l’assistenza alla popolazione dei comuni in zona rossa, è stato ridefinito lo schema di gemellaggio da attuare tra questi e le Regioni e le Province Autonome nel caso di evacuazione preventiva. Sempre che queste regioni siano d’accordo ! Lo schema di gemellaggio prevede che la popolazione di Portici sia assistita in Piemonte; di Nola in Valle D’Aosta; di Cercola in Liguria; di Torre del Greco e Somma Vesuviana in Lombardia; di Pollena Trocchia in Trentino Alto Adige; di San Giuseppe Vesuviano, Sant’Anastasia (compreso l’enclave di Pomigliano D’Arco) in Veneto; di Palma Campania in Friuli Venezia-Giulia; di Ercolano in Emilia Romagna; di San Giorgio a Cremano in Toscana; di San Gennaro Vesuviano in Umbria; di Poggiomarino nelle Marche; di Ottaviano e le circoscrizioni di Napoli nel Lazio; di Terzigno in Abruzzo; di Massa di Somma in Molise; di Torre Annunziata e San Sebastiano al Vesuvio in Puglia; di Boscotrecase in Basilicata; di Boscoreale in Calabria;di Scafati e Trecase in Sicilia; e Pompei in Sardegna.

Le notizie che abbiamo riportato non devono preoccuparvi, perchè il Vesuvio è in quiescenza, attentamente monitorato e non dà segni di risveglio. Ciò non vuol dire che non è pericoloso, ma che come ogni Paese civile dobbiamo credere nella prevenzione, unico sistema possibile per limitare i danni di una sua eventuale e speriamo quanto mai remota eruzione. Il Vesuvio è un vulcano attivo e anche se non dovesse procurare danni a noi, potrebbe sempre farne ai nostri figli o ai nostri nipoti.
Prevenzione vuol dire anche partecipazione. Vuol dire tenersi informati ed anche evitare comportamenti che possano aumentare i nostri rischi e quelli degli altri. Agire e non sperare che non avvenga o che San Gennaro risolva lui il problema. Se abitate nelle zone a rischio e nessuno vi contatta per istruirvi siate voi a farlo. Sapere è la migliore difesa in queste situazioni.

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