La vignetta pubblicata dal giornale satirico Charlie Hebdo, su Aylan Kurdi, il bimbo morto alcuni mesi fa in un naufragio avvenuto in Turchia, ha indignato il mondo intero.
Nella vignetta in questione, si vede un migrante, con la faccia da maiale, che rincorre una ragazza. Sotto, c’è scritto: «Cosa sarebbe diventato il piccolo Aylan se fosse cresciuto? Molestatore di sederi in Germania».
“Inumana e Immorale“: questi gli aggettivi utilizzati da Abdullah Kurdi, il padre del piccolo Aylan, per definire la vignetta pubblicata dal direttore di Charlie Hebdo.”Oggi sono più triste di quando ho perso lui e la mia famiglia”, dice citato dai media curdi.
Ricordiamo che l’immagine del piccolo Aylan ha commosso pochi mesi fa tutto il mondo: il corpo inerme sulla spiaggia del piccolo, simbolo di tutti i bambini morti nei viaggi della speranza, scempio che purtroppo continua inarrestabile.
Il genitore paragona la vignetta del magazine satirico all’atto stesso dei “terroristi e criminali di guerra che uccidono persone innocenti e le costringono a lasciare il proprio Paese“. Anche i social si sono scagliati contro la vignetta, realizzata dallo stesso direttore di Charlie Hebdo, ovvero il caricaturista Laurent Sourisseau, detto Riss, accusando il settimanale di razzismo e cattivo gusto.
Tra l’altro, è bene sottolineare che non è la prima volta che Charlie Hebdo finisce nella bufera per il piccolo Aylan: lo scorso settembre, infatti, sempre in una vignetta firmata dallo stesso Riss, scatenò infatti critiche feroci la frase “La prova che l’Europa è cristiana. I cristiani camminano sull’acqua, i bambini musulmani affogano”.
Satira di dubbio gusto, sempre se di satira stiamo parlando.