“Da quando la mamma ci ha lasciati io sono diventata la moglie di mio padre, che già mi violentava da quando avevo nove anni. Mi picchiava in continuazione e mi inseguiva con un bastone in mano se appena mi vedeva parlare con qualche vicino di casa oppure se voleva abusare di me. E molte volte mi stuprava davanti ai miei figli. Mi minacciava costantemente e io avevo sempre paura di essere uccisa: mi diceva che mi avrebbe ammazzata se avessi raccontato a qualcuno quello che succedeva in casa. Anche ora ho paura per la mia vita e per quella dei miei figli, perché sto ricevendo minacce dai fratelli di mio padre che mi vorrebbero obbligare a ritirare la denuncia contro di lui: loro non sono per niente preoccupati per quello che è successo in questi anni, vogliono solo che ritiri la denuncia. Ma io voglio che lui marcisca in galera. Voglio che sia fatta giustizia”.
Questo il racconto a dir poco straziante di Antonia, una giovane donna che è diventata la schiava sessuale di suo padre. Ci troviamo a Santiago del Estero, nord dell’Argentina, dove questa donna ha vissuto un vero e proprio inferno più che una vita: 22 anni di umiliazioni, violenze, stupri, minacce di morte, durante i quali Antonia ha messo al mondo otto bambini, tutti figli dello stesso mostro che ha messo al mondo anche lei.
Solo adesso, a 37 anni, Antonia ha trovato la forza e il coraggio di raccontare tutto quell’orrore, e spedire dritto in galera il padre che, dopo una caccia all’uomo durata un mese, è stato arrestato.
“L’orco” autore delle violenze e delle continue umiliazioni, non appena ha saputo della denuncia, è scappato, ma non è riuscito ad andare molto lontano: lo hanno preso nella città di Loreto, mentre sono stati già avviati i test del Dna per stabilire la paternità dei figli di Antonia.